Fecondazione eterologa, Marini: “Equiparata a quanto previsto per l’omologa”
“La fecondazione eterologa diviene attuabile in coerenza con quanto previsto per la omologa: l’articolo 5 della legge 40 prevede che questa sia possibile solo per le coppie eterosessuali in presenza di una patologia di natura irreversibile di sterilità o di infertilità”. Lo ha detto la presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, rispondendo ieri a un’interrogazione del consigliere Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia) in merito ai parametri previsti dalla delibera di giunta circa le procedure per la fecondazione eterologa.
Andrea Lignani Marchesani aveva evidenziato che “il 4 settembre i presidenti delle Regioni hanno approvato le linee guida per la fecondazione eterologa, poi recepite il 15 settembre dalla giunta di Palazzo Donini. Forse sarebbe stato meglio aspettare un atto nazionale da parte del governo piuttosto che emanare atti regionali”.
“La delibera delle Regioni – aveva quindi sottolineato l’esponente di Fratelli d’Italia – prevede che i genitori siano di ‘genere diverso’: vorrei capire, visto che i consiglieri regionali non hanno ancora possibilità di leggere la delibera umbra, se nell’atto emanato da Palazzo Donini viene specificato che i genitori devono essere di sesso diverso, evitando la possibilità che questa prescrizione possa essere aggirata”.
Catiuscia Marini ha risposto spiegando che “in seguito alla sentenza della Corte costituzionale risulta abrogata una parte della legge 40 e con essa tutti i limiti alla attuazione, nelle strutture pubbliche e private, della fecondazione eterologa. In mancanza di un decreto del governo, sarebbe dunque stato possibile farla senza alcuna regolamentazione. In Umbria abbiamo un centro pubblico, quello presso l’Azienda ospedaliera di Perugia, con professionisti dell’Università e del sistema
sanitario regionale, e un centro privato di fecondazione assistita autorizzato. Se non fossero state fatte le linee guida, noi avremmo lasciato alla discrezionalità completa e quindi anche all’assenza di controlli”.
“Abbiamo, rispetto ai ticket e alle prestazioni sanitarie – ha aggiunto – equiparato la procreazione assistita tramite la tecnica eterologa alla fecondazione assistita tramite la tecnica dell’omologa, quindi applicando gli stessi criteri che avevamo. Le differenze che ci sono tra le Regioni in realtà derivano non tanto da ragionamenti ideologici o culturali, ma da differenze che oggi ci sono anche per le tecniche dell’omologa”.