Foligno, festa della Repubblica, appello all’unità guardando al futuro. Mismetti: “Ritrovare senso appartenenza, non anteporre ambizioni personali a bene comune”

FOLIGNO – La festa della Repubblica a Foligno è stata un appello all’unità e allo spirito di coesione, guardando al passato ma soprattutto al futuro del Paese e della città, con la vice presidente della Camera dei Deputati, Marina Sereni, che ha parlato di “crisi democratica profonda” e di un’Italia che “per uscirne ha bisogno di una democrazia che decide”, e il sindaco, Nando Mismetti, che invitato a “ritrovare il senso di appartenenza” e bacchettato la politica locale (il riferimento era in particolare alla crisi interna alla maggioranza) a “non anteporre ambizioni personali e bene comune”.

“Il 2 giugno – ha detto l’on. Sereni dal palco in piazza della Repubblica – non è solo una data da ricordare e celebrare nel modo più solenne ma un’occasione per  ribadire il legame profondo che unisce i percorsi e i destini di ogni cittadino a quelli della comunità in cui viviamo, a quelli della nostra Repubblica”.
La vice presidente della Camera ha sottolineato, tra l’altro, che “è lì, nella Resistenza, che affonda le sue radici la nostra Repubblica. E’ grazie a quella rinascita civile e morale che si sono potuti affermare i principi fondamentali della nostra Costituzione”.
A proposito delle riforma costituzionale in atto, l’on. Sereni ha posto, tra l’altro, l’accento sul fatto che “la nostra è una crisi democratica profonda, per molti versi senza precedenti. L’Italia ha bisogno, per uscirne, di una democrazia che decida. Con tutti i pesi e contrappesi che servono a garantire il suo buon funzionamento. Ma che decida. Nei modi e nei tempi adeguati alla velocità e alla complessità del nostro tempo. Insomma, davvero quella del 2 giugno non è una data solo da ricordare e celebrare. Riflettere sulle scelte compiute allora e sul cammino compiuto fin qui dal nostro Paese e dalle nostre istituzioni, è anche il modo per guardare al futuro con la giusta consapevolezza di quel che siamo e dei compiti, non semplici che ci attendono. Tutto è cambiato, è vero, e molto cambierà ancora. Ma non c’è dubbio che se vorremo riuscire, dovremo essere capaci di recuperare almeno in parte lo spirito, la visione e il coraggio politico che dimostrò di avere quella generazione di grandi italiani”.

Nel suo intervento il sindaco Mismetti ha affermato che “oggi celebriamo il 70° anniversario della Repubblica: è la festa dell’Italia e degli italiani che, con il referendum popolare del 2 giugno del 1946, scelsero di dare al Paese un futuro di democrazia, di libertà, di diritti e di solidarietà, dopo la drammatica esperienza del fascismo e della seconda guerra mondiale. Erano tempi difficili, di povertà, di sofferenza ma in cui c’era la voglia di ricostruire tutti insieme, facendo prevalere il senso di responsabilità e l’interesse generale della comunità. Un quadro diverso da oggi, dove troppo spesso le istituzioni diventano teatro di beghe interne a gruppi e partiti e le ambizioni individuali tendono ad essere anteposte al bene comune”.

“Dal quel 2 giugno del 1946 – ha proseguito il primo cittadino – il cammino per la completa affermazione della nostra Repubblica è stato denso di difficoltà e non può dirsi compiuto. In questi 70 anni, grazie alla Repubblica e alle istituzioni democratiche, l’Italia ha conosciuto la pace, è cresciuta dal punto di vista economico, sociale, culturale, dei diritti. Uno sviluppo che l’attuale situazione di crisi sta mettendo in discussione, allargando le disuguaglianze, mettendo a rischio la coesione sociale, aumentando la distanza fra cittadini e istituzioni. In questo quadro è necessario ritrovare lo spirito di coesione e speranza di 70 anni  fa, il senso forte di appartenenza alla comunità, il rispetto per le istituzioni democratiche che hanno permesso al nostro Paese di vivere nella pace e di affrontare e superare i momenti difficili, come la lotta al terrorismo e alla mafia. Se ieri la principale preoccupazione era quella di costruire un Stato di diritto unito, libero e democratico, oggi siamo chiamati a consolidare questa identità in un contesto generale complesso, segnato da nuove emergenze”.

Nel corso della cerimonia, presenti l’associazione Filarmonica di Belfiore e il picchetto d’onore del Centro di selezione e reclutamento dell’Esercito, è intervenuta il soprano Alessandra Ceciarelli che ha cantato dal vivo l’inno nazionale e il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi. Nel pomeriggio, a Raticosa, lo scoprimento una targa alla memoria dei partigiani, sul muro della cascina che fu sede della 4° Brigata Garibaldi. All’Auditorium San Domenico, il concerto dell’associazione Filarmonica di Belfiore, dedicato ai 70 anni della Repubblica.

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