Foligno, vertice sull’olivicoltura: nel 2014 calo dell’80%, la Regione prepara un Piano di settore

FOLIGNO – Il 2014 è stato un anno nero per l’olivicoltura umbra, con un calo della produzione di circa l’80% e di quasi il cento per cento dei livelli di reddito derivanti da questo settore. È quanto emerso nel corso di un incontro pubblico, promosso dal Comune di Foligno, per fare il punto della situazione sulla campagna olearia di quest’anno, segnata da una crisi senza precedenti a causa dall’attacco della mosca dell’olivo.

All’iniziativa – voluta dall’assessore comunale all’agricoltura, Giovanni Patriarchi – hanno partecipato tra gli altri l’assessore regionale all’agricoltura, Fernanda Cecchini e il consigliere regionale del Pd Luca Barberini, che fa parte della commissione agricoltura.

Numerosi i produttori intervenuti parlando di “anno zero” per l’olivicoltura del territorio, chiedendo incentivi per riqualificare un settore importante ed evitare l’abbandono delle terre e maggiori controlli contro la sofisticazione dell’olio, soprattutto quello venduto a prezzi stracciati nei supermercati.

Patriarchi ha sottolineato che “l’olivicoltura è uno dei settori trainanti dell’economia e per lo sviluppo turistico del territorio e il Comune è impegnato a sostenerlo, auspicando la definizione di un piano olivicolo regionale utile a rilanciarlo e un maggiore protagonismo di Foligno come città strategica per il comparto dell’olio”. Patriarchi ha anche detto di aver “consegnato una lettera al vice ministro all’agricoltura per rappresentare la voce degli olivicoltori folignati e gestire l’emergenza in maniera adeguata”.

L’assessore Cecchini ha evidenziato che “il problema della mosca olearia è stato inizialmente sottovalutato da tutta la comunità umbra” e che “ora occorre fare tesoro di quanto accaduto per fare in modo che il problema non si ripresenti in futuro”.

“Quando intervengono calamità naturali che rovinano le colture – ha detto la Cecchini – non ci possono essere aiuti attraverso il Piano di sviluppo rurale. Abbiamo informato il Governo dei gravi danni registrati in Umbria e attivato tutte le procedure necessarie per valutare insieme la soluzione migliore, anche se sarà difficile attingere al fondo di solidarietà visto che il problema è diffuso in tutta Italia e le risorse disponibili sono scarse. Nel frattempo – ha continuato l’assessore – abbiamo portato avanti la nuova Pac, che può dare aiuti diretti alle aziende, scegliendo l’olio come obiettivo. Stiamo inoltre mettendo in atto il ‘Piano pluriennale di settore’ dedicato all’olivicoltura per aiuti a chi vuole piantare nuovi oliveti o ristrutturale quelli esistenti”.

Barberini ha illustrato i principali provvedimenti promossi dalla Regione Umbria a sostegno dell’agricoltura, che “rappresenta un settore trainante e vitale per l’economia regionale, in grado di creare nuove imprese e di generare occupazione, coinvolgendo soprattutto i giovani”.

Sono stati ricordati, in particolare, i fondi europei messi a disposizione tramite il Piano di sviluppo rurale, la semplificazione normativa, il Testo unico dell’agricoltura, l’attivazione di tutte le iniziative necessarie per la salvaguardia del settore olivicolo, compresa l’applicazione del ‘regime de minimis’ per mancato reddito.

Barberini ha anche detto che “il ministero dell’Economia deve assolutamente rivedere il provvedimento che modifica la disciplina Imu sui terreni agricoli, imponendo il pagamento di questa tassa a tutti i comuni sopra ai 600 metri d’altitudine, misurata prendendo a riferimento il centro storico e non più attraverso una media generale riferita a tutto il territorio comunale”.

“Una novità – ha evidenziato Barberini – che penalizzerebbe ancor di più il settore agricolo e che metterebbe in difficoltà la maggior parte dei comuni della regione, primo fra tutti Foligno che al centro storico registra un’altitudine inferiore a 281 metri, pur avendo un territorio prevalentemente collinare o montano”.

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