Paciano diventa “Comune Virtuoso”

PACIANO – Da ieri, lunedì 9 aprile 2018 Paciano è ufficialmente un “Comune virtuoso”.

E’ di poche ore fa la comunicazione di accoglimento del piccolo borgo umbro all’interno dell’Associazione dei Comuni Virtuosi. A deciderlo è stato il Comitato direttivo che insieme a Paciano ha “promosso” Crema (CR), Montelepre (PA) e Calvisano (BS).

Quella dei Comuni Virtuosi è “una rete di Enti locali, che opera a favore di una armoniosa e sostenibile gestione dei propri territori, diffondendo verso i cittadini nuove consapevolezze e stili di vita all’insegna della sostenibilità, sperimentando buone pratiche attraverso l’attuazione di progetti concreti, ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione del territorio, all’efficienza e al risparmio energetico, a nuovi stili di vita e alla partecipazione attiva dei cittadini”.

La richiesta di Paciano di entrare a far parte di questa Associazione risale al mese scorso. A deporre a suo favore una serie di buone pratiche messe in atto dal Comune del Trasimeno, quali l’adesione al Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, il buon livello raggiunto di raccolta differenziata, l’investimento sull’efficientamento energetico del patrimonio comunale, l’organizzazione di eventi ed attività per la sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti, l’adesione al centro di riuso intercomunale che è in fase di progettazione, l’adesione alla strategia “verso rifiuti zero”, l’uso limitato di fitofarmaci nel Regolamento di polizia urbana, l’introduzione di prodotti a km 0 e biologici nelle mense scolastiche, l’organizzazione dei centri estivi diffusi per bambini. Ed ancora azioni per incentivare la raccolta differenziata attraverso il conteggio degli svuotamenti, la riduzione della TARI per i bar “No Slot” e l’adesione a Mayor for Peace, oltre alle tante attività sul tema della pace.

“Questo riconoscimento – dichiara il sindaco Riccardo Bardelli – e le attività fatte sono per noi un punto di partenza. Far parte di questa associazione significa poter diffondere le buone pratiche fatte, ma soprattutto avere l’occasione di adottarne altre da realtà simili alla nostra. Buone pratiche che, in una società frenetica, caotica e consumistica, vogliono dare la concreta dimostrazione dal basso che un’alternativa è possibile. Un’alternativa che preservi il futuro e che renda migliore la qualità della vita del presente”.

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