Pendolari, Liberati (M5S): “La Regione dimentica i viaggiatori”

PERUGIA – “Scaduto il Contratto di servizio con Trenitalia, la Regione Umbria ne ha firmato un altro pressoché identico, regalando al Gruppo FS ben 100mila euro al giorno, 37milioni di euro all’anno, quasi 200milioni di euro fino al dicembre 2020, accuratamente aggirando criticità di lunga data, che noi denunciamo con forza sin dal nostro esordio all’Assemblea legislativa”. Lo dichiara il capogruppo M5S a
Palazzo Cesaroni, Andrea Liberati, ricordando che “per tanti pendolari è iniziata l’ennesima giornata di medioevo trasportistico, con problemi che la politica scansa da diversi lustri”.

Il consigliere di opposizione sottolinea “il recente declassamento della ‘Carta Tutto Treno’, che rappresenta solo l’ultimo atto di una politica tanto sciatta quanto famelica, e che vede da tempo uniti Regione, Stato e FS contro migliaia di viaggiatori: siamo dinanzi a una questione di rispetto delle persone e di regole scritte e non scritte”. Andrea Liberati rimarca che “Catiuscia Marini appare decisamente attenta soltanto all’ultimo modello della sua teutonica auto blu, con doppi turni di autisti in livrea: certo, in quella ovattata bolla non entrano affatto i problemi dei pendolari, né di altri cittadini, né può giungervi l’eco di grandi sprechi remunerati con le tasse e il sudore di tutti”.

Infine il capogruppo del Movimento 5 Stelle elenca dieci punti critici per i trasporti umbri. “Non pare rispettoso: pagare ben 100mila euro al giorno e poi ‘scaricare’ i pendolari al binario Est di Roma Termini, a quasi 700 metri dal terminal; pagare cifre così rilevanti e ignorare richieste minimali come una copertura del marciapiede o un tapis roulant; pagare così tanto per poi relegare l’Umbria, da sola, ai margini della stazione della Capitale d’Italia; pagare così tanto e poi riservare ai pendolari gli stessi logori convogli di sempre (età media: 20 anni), tutt’al più sottoposti a inadeguati restyling; pagare così tanto e nemmeno curare il servizio integrato treno+bus, talvolta persino sovrapponendone le corse; spendere 200
milioni ogni 5 anni, senza mai investire con Stato, RFI e altri, su tratte rimaste allo status quo di 100 anni fa, leggasi Orte-Falconara e Foligno-Terontola; pagare così tanto, evitando accuratamente di fornire
copia della corrispondenza intercorsa col Gruppo FS, richiesta dal M5S sin dal 2015, eludendo la discussione in Aula su un Contratto di servizio fuori dal mondo, infine ri-sottoscritto in silenzio, senza concreti miglioramenti, senza vantaggi per i pendolari, assicurando comunque un bel paccone di soldi
a chi non lo merita; pagare così tanto per poi non avere un solo Freccia che fermi a Perugia, ad Assisi o a Spoleto, non avere un collegamento rapido nemmeno con Firenze-Milano, quando in Basilicata, dall’11 dicembre, una coppia di treni Alta Velocità passa a Potenza e, addirittura, a Ferrandina Scalo (Matera) e Metaponto, oltretutto ‘al costo di un Intercity’; pagare così tanto, quando, con 37milioni di euro all’anno, ci sarebbe lo spazio non solo per innalzare la qualità, ma anche co-finanziare almeno due coppie
di treni veloci, come già avvenuto con successo dalla Basilicata all’Alto Adige, incrementando l’attrattività dell’Umbria anche sul fronte turistico, moltiplicando pure le occasioni di business; pagare così tanto,
accettando pure l’imbroglio del chilometraggio, un fatto che ha il sapore del reato, della frode contrattuale e della scorrettezza nella comunicazione istituzionale. Il M5S informerà l’Autorità giudiziaria al riguardo: ecco dunque esposti alcuni dei tanti motivi per i quali il Contratto di Servizio con Trenitalia è un’autentica truffa di Stato”.

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