Perugia, Commemorazione Vinicio Baldelli
PERUGIA – Nella giornata di ieri all’età di 101 anni si è spenta la lunga vita di Vinicio Baldelli, consigliere regionale nella prima e nella seconda Legislatura, uno dei padri fondatori della Regione Umbria. Questa Assemblea legislativa partecipa al cordoglio della famiglia e lo saluta con deferente gratitudine.
Nato a Gubbio il 1 maggio del 1915, insegnante di lettere e poi preside per molti anni, cattolico impegnato su vari fronti, sempre animato da una profonda passione politica e civile, Vinicio Baldelli fu uno dei leader della Democrazia cristiana umbra negli anni tra il ’50 e il ’60, quelli in cui si costruì concretamente l’idea politica e istituzionale di regione e si posero le basi per la modernizzazione dell’Umbria e presero forma le basi stesse dell’idea di Regione. In quegli anni fu eletto parlamentare nella III legislatura, dal 1958 al 1963, firmò numerose proposte di legge, alcune delle quali di rilievo e di interesse anche per il territorio umbro e per la sua Gubbio, cui fu sempre legato anche se da molti anni residente a Roma. Ricoprì anche incarichi di rilievo nazionale tra i quali quello di presidente dell’Enalc e di Artigiancassa.
Nella solenne cerimonia di insediamento del primo Consiglio regionale dell’Umbria, il 20 luglio 1970, nella Sala dei Notari, presiedette come consigliere anziano la prima seduta e nel suo discorso introduttivo sono significative le parole che pronunciò. “Ognuno di noi – disse allora Baldelli – dovrà fare del proprio meglio perché la nostra vita istituzionale possa costituire un fatto esemplare, per la popolazione dei nostri Comuni e, se possibile, anche per ogni altra regione d’Italia, per costume, per correttezza, per impegno politico e passione qual è quella che tutti noi abbiamo per questa nostra amatissima terra, dove i problemi sono certamente immensi. E tutto quello quello che noi dovremo fare per affrontarli dovrà essere misurato sui valori dell’uomo”.
Mi piace poi ricordare le parole che Baldelli pronunciò 40 anni dopo, il 20 luglio del 2010, nella Sala dei Notari, in occasione del quarantesimo anniversario della Regione Umbria. Quel giorno, con lucidità e passione, dopo aver ripercorso i passaggi cruciali di quella giornata di 40 anni prima, sottolineò la necessità di investire sempre sui giovani riferendosi alla sua scelta personale quando, alla fine del suo secondo mandato in Regione, scelse di non essere ricandidato “per lasciare spazio ai giovani, affinché forze nuove potessero confluire all’interno dell’Assemblea legislativa regionale”.
E chiuse il suo intervento con un pensiero attuale ancor oggi: volle sottolineare la validità e l’attualità dei principi della Costituzione italiana e la necessità di difenderli sempre ricordando l’alto monito di Giuseppe Dossetti: “Attenzione che se si tocca la Costituzione si rischia di finire in un ‘Principato’”.