Perugia, Festival giornalismo,“bufale in sanità”: incontro a Palazzo Donini su disinformazione medico scientifica

PERUGIA – Un  pubblico numeroso e partecipe nella Sala Fiume di Palazzo Donini per l’evento dedicato alla disinformazione in ambito medico – scientifico sembra confermare che il tema cattura l’attenzione non solo delle istituzioni, ma interessa i cittadini di tutte le fasce d’età. Alla conferenza sono intervenuti Attilio Solinas, medico e consigliere regionale dell’Umbria, Eva Benelli della casa editrice Zadig, Giuseppe Fattori, esperto di comunicazione pubblica e istituzionale, Piero Dominici, docente dell’Università di Perugia, il medico Pietro Manzi, Maurizio Dalmaso, direttore dell’Azienda ospedaliera di Terni e l’assessore alla Sanità della Regione Umbria, Antonio Bartolini. Il panel, organizzato da Giuseppina Manuali della Direzione Salute – Comunicazione della Regione Umbria, è stato coordinato da Eugenio Santoro dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”,

L’importanza di dare spazio alla comunicazione scientifica all’interno del festival del giornalismo e di fare in modo che possa esserci su questi temi un confronto pubblico è legata al potere che le cosiddette bufale hanno sulla salute e sulla vita della comunità. Non è mancato il riferimento, infatti, ad esempi concreti, come quello delle vaccinazioni o quello del metodo Di Bella.

Ma quali sono le cause della nascita di bufale scientifiche? Ognuno degli ospiti ha cercato a questo proposito di fornire una risposta in base alle proprie esperienze professionali. Uno dei motivi principali è individuabile nella mancanza di educazione scientifica della maggior parte della popolazione italiana e nella tendenza di quest’ultima a fidarsi più della rete che dell’istituzione. Dall’altra parte, è emerso che esiste una sorta di “pigrizia tecnologica” della comunità di scienziati e medici, la gran parte dei quali non è solita usare i social network e la rete, dove le notizie, corrette o no, si diffondono con una velocità notevole. Eva Benelli, divulgatrice scientifica, denuncia inoltre l’incompetenza delle figure presenti nelle redazioni in materie scientifiche.

Quali misure allora si possono adottare contro le bufale? Giuseppe Fattori consiglia di concentrarsi sul ruolo che oggi ha assunto il paziente, vero opinion leader in grado di condizionare i comportamenti del suo uditorio con un semplice tweet. Bisogna che il medico possa usare gli stessi mezzi per determinare l’andamento della corretta informazione e accettare una co-creation in collaborazione con il proprio paziente.

Il prof. Dominici risale alla radice della condizione in cui le bufale hanno la possibilità di svilupparsi con tanta immediatezza. La sua soluzione risiede nella formazione critica del cittadino, a partire dai bambini. Bisogna che si insegni ad usare la logica per poter costruire valide controargomentazioni. Il segreto è non affidarsi alla tecnologia e l’automatismo, ma rivalutare l’importanza del ragionamento del singolo uomo.

La chiusura dell’incontro è affidata all’Assessore alla Sanità che, da giurista, pensa non sia possibile affidare ad una normativa il controllo della disinformazione. Bisogna che sia lo stesso metodo scientifico a dettare le regole, attraverso le logiche su cui esso è fondato.

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