Perugia, la Provincia in campo contro la dispersione scolastica

PERUGIA – La Provincia di Perugia è capofila in un progetto per combattere la dispersione scolastica. “School Still Plays”, questo è il nome, mira anche a rafforzare le competenze di vita o “life skills”. Nei giorni scorsi, presso la sede centrale dell’Ente, è stato organizzato un forum a cui hanno preso parte numerosi enti, tra cui Comune di Perugia, l’Ufficio Scolastico Regionale, il TUCEP, il Centro Studi Villa Montesca e, attraverso una memoria scritta fatta pervenire per l’occasione, il Dipartimento di Scienze Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze. In quell’occasione la Provincia di Perugia era rappresentata da Anna Barbieri dirigente al Servizio Sviluppo Ente di Area Vasta e Politiche Europee, Damiana Raschi, Antonella Pasquino e Filippo Grandolini del Servizio.

Dagli interventi fatti un primo filo conduttore emerso per combattere la dispersione scolastica è  stato quello di ragionare su tipologie mirate di formazione che prevedano anche un parallelo stretto rapporto con il mondo del lavoro.

La referente dell’Ufficio Scolastico Regionale Rossana Neglia ha spiegato che il PON scuola 2014-2020 vuole sostenere un nuovo modello di scuola e al riguardo le azioni dedicate ai CPIA (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) sono fondamentali perché mirate proprio a quell’utenza che vive una “disaffezione allo studio”. “Il nuovo sistema – ha spiegato – intende innanzitutto contrastare il deficit formativo attraverso l’erogazione di percorsi finalizzati all’innalzamento del livello di istruzione, favorendo il riavvicinamento e il completamento del ciclo di studi, con l’obiettivo di facilitare il rapporto con il mondo del lavoro attraverso percorsi di alternanza e orientamento, di certificazione o aggiornamento delle competenze professionali”.

Per Damiana Raschi “occorre sostenere progetti che riguardino una forma di apprendimento che deve durare tutto l’arco della vita nell’ambito del concetto di “educazione alla cittadinanza” che comprende quelle attività educative finalizzate al conseguimento di competenze indispensabili per l’esercizio dei propri diritti e doveri e per la partecipazione attiva alla vita democratica. Si tratta di attività formali e non formali che vengono sviluppate in contesti scolastici, ma anche al di fuori, in una prospettiva di educazione permanente lungo tutto l’arco della vita e che riguardano quindi non solo i giovani ma anche gli adulti”. Raschi ha riconfermato la disponibilità da parte della Provincia supportare progetti di “inclusione” e anche singole scuole che si prefiggano questi obiettivi.

Anche Antonella Pasquino ribadisce la fondamentale importanza dell’orientamento all’interno dell’istituzione scolastica come elemento di prevenzione dell’abbandono scolastico di un allievo con “disaffezione allo studio”. “Il dialogo e l’ascolto dovrebbero essere migliorati – ha detto –  soprattutto nella scuola superiore. E’ necessario orientare rispettando le inclinazioni personali, cercando di superare gli stereotipi sociali e culturali ancora oggi esistenti e supportando in particolare le ragazze verso scelte di studio e professionali in quei settori nei quali le donne sono ancora sottorappresentate, come gli ambiti scientifici.

Infine, Filippo Grandolini ha tenuto a sottolineare l’importanza di “creare un rapporto più stretto con il mondo del lavoro, sopratutto con la finalità di rendere le nuove generazioni più consapevoli dell’importanza della formazione scolastica quale strumento reale ed imprescindibile per l’accesso a qualsiasi attività lavorativa e per l’acquisizione di una cultura del lavoro che è parte dell’educazione alla cittadinanza. Solo attraverso un’effettiva alternanza scuola-lavoro gli studenti potranno pienamente comprendere che non esiste niente di più concreto e vincente del sapere”.

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