Perugia, nasce la prima “Scuola senza zaino”

PERUGIA – Esiste una scuola senza zaino? Sembra impossibile, ma a Perugia è realtà. Sarà inaugurata sabato 28 gennaio ed è la scuola primaria Bonucci, che ha assunto questa caratteristica grazie al progetto “Scuola Senza Zaino”, partito lo scorso mese di settembre, al quale la scuola, prima nella città di Perugia, ha aderito sotto il segno dei tre punti cardine del proponimento: responsabilità, comunità, ospitalità. L’appuntamento è per le ore 10 presso la Torre del Molino della Catasta (via della Trota).

La mattinata inizierà con un caffè di benvenuto, poi il saluto del dirigente scolastico Marta Boriosi. Quindi l’inno di benvenuto della Scuola Senza Zaino “La scuola che c’è”. Poi il saluto delle autorità, la visione di un filmato dal titolo “Io amo la scuola”, quindi l’inaugurazione e la visita delle aule senza zaino.

Interverranno la professoressa Daniela Pampaloni (Responsabile Nazionale della Rete Senza Zaino), la dottoressa Sabrina Boarelli (Dirigente USR Umbria), la dottoressa Floriana Falcinelli (Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Perugia), Antonio Bartolini (assessore della Regione Umbria), Andrea Romizi (sindaco di Perugia), Edi Cicchi (assessore del Comune di Perugia), Diego Dramane Waguè (assessore del Comune di Perugia), Leonardo Varasano (Presidente del Consiglio Comunale di Perugia), Maria Pia Serlupini (Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Umbria), Luisella Nannetti e Simona Soldi (formatrici della rete Nazionale Scuola Senza Zaino), i genitori delle classi prime Scuola Senza Zaino.

Progetto Scuole Senza Zaino – Togliere lo zaino è  un gesto reale, infatti  gli studenti delle scuole sono dotati di una cartellina leggera per i compiti a casa, mentre le aule e i vari ambienti vengono arredati con mobilio funzionale e dotati di una grande varietà di strumenti didattici sia tattili che digitali.  Ma togliere lo zaino ha anche un significato simbolico in quanto vengono realizzate  pratiche e  metodologie innovative in relazione a tre valori a cui ci si ispira:  la responsabilità, la comunità e l’ospitalità. Si tratta  di realizzare una scuola diversa da quella tradizionale che è normalmente  impostata sull’insegnamento trasmissivo e  standardizzato impartito nei tipici ambienti definiti  cells & bells (celle e campanelle), unidimensionali, dove  aule spoglie sono ammobiliate con le consuete file di banchi posti di fronte ad una cattedra, cui fanno da riscontro disadorni atri e  vuoti spazi connettivi. Se ci si fa caso  si tratta di una questione planetaria.  Infatti in molte parti del mondo gli studenti utilizzano lo zaino per  portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale come libri, quaderni, penne, matite, gomme, forbici, squadre e righe, colori ecc.  La cosa per la verità è un po’ strana.  Nessuno si è mai domandato perché un qualsiasi lavoratore trova i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro al contrario degli studenti.  In effetti lo zaino comunica un senso di precarietà e di inadeguatezza,  non a caso è stato inventato – come si può facilmente leggere in un qualsiasi vocabolario –  per gli alpinisti e per i soldati con il chiaro scopo di affrontare luoghi inospitali. Rendere le scuole ospitali è, dunque, un impegno di cambiamento.  E tuttavia l’ospitalità implica non solo costruire ambienti belli ed amichevoli, ma anche accogliere le diversità, far sì che ciascuno diventi responsabile per i propri e gli altrui talenti, originalità, bisogni e in generale per il precorso di crescita e di apprendimento.  Inoltre bisogna riflettere sul fatto che conoscere il mondo significa renderlo a noi comprensibile, trasformarle, umanizzarlo per farlo diventare, appunto, ospitale. La responsabilità e l’ospitalità, infine, si aprono alla costruzione della scuola come comunità, luogo di condivisione, di cooperazione e co – costruzione del sapere. (www.senzazaino.it)

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