Perugina, le rsu preoccupate dal silenzio della Nestlé chiamano in campo le istituzioni

PERUGIA – La RSU Perugina riunitasi lunedì scorso esprime ancora una volta tutta la sua preoccupazione in merito alle sorti dello stabilimento di San Sisto. Esattamente un anno fa la rappresentanza sindacale unitaria sottoscrisse in Confindustria un importante accordo attivando il contratto di solidarietà per gli oltre 800 dipendenti a tempo indeterminato dello stabilimento. “Firmammo quell’accordo – scrive la Rsu – a fronte delle dichiarazioni dell’azienda che evidenziava un numero importante di esuberi, dovuti al calo dei volumi produttivi.
Come RSU abbiamo accettato questo sacrificio per due motivi: da un lato evitare che gli esuberi si trasformassero in licenziamenti, dall’altro dare tempo alla Nestlé per presentare un piano industriale strategico per la Perugina.
È appunto trascorso un anno da quell’accordo e manca un anno alla sua scadenza”.
In questo tempo la RSU ha più volte e in più sedi (Confindustria, Coordinamento Nestlè nazionale, Coordinamento Nestlè europeo) incalzato l’azienda chiedendo appunto il Piano Industriale per la Perugina, ma l’unica cosa certa che abbiamo avuto come risposta è stato l’ulteriore calo dei volumi produttivi, che per la prima volta sono scesi sotto le 25.000 tonnellate.
“Questo calo così vistoso – continuano le Rsu – ha costretto i lavoratori a tempo indeterminato ad enormi sacrifici, ma chi sta maggiormente pagando sono i lavoratori stagionali, da sempre parte organica della fabbrica (250 unità) che vedono ridotte al lumicino le possibilità di avere un lavoro stabile, o almeno che duri diverse mensilità, in Perugina. Ad un anno, appunto, dalla fine del Contratto di Solidarietà, non vediamo alcun impegno concreto da parte di Nestlè per aumentare le produzioni a San Sisto”.
Le Rsu, che sono preoccupate dal silenzio della Nestlé, chiedono nuovamente il coinvolgimento delle Istituzioni locali, regionali così come del Governo.
“Ci attendiamo che nei prossimi giorni – aggiungono le Rsu – le Istituzioni, come già hanno fatto nelle settimane scorse, siano al nostro fianco in un’ottica di complementarità in questa fondamentale “vertenza Perugina”.
Nel mese di marzo, il Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona del Dott. Castano, fu presente ad una iniziativa organizzata dalla RSU proprio in merito alla “vertenza Perugina”. La RSU ritiene che da lì occorra ripartire per portare la questione sul tavolo del Governo.
La Rsu ribadisce un concetto chiave: in fabbrica esiste un mix vincente di esperienza, professionalità, flessibilità produttiva, varietà di produzioni, con un marchio storico riconosciuto in tutto il mondo come top del settore, che è appunto il marchio Perugina. Seppur in presenza di una crisi, non è possibile che la nostra fabbrica attraversi un momento storico così difficile, spiegabile solo con la scarsa attenzione che Nestlè sta dedicando al settore in Italia e in modo particolare a Perugia.

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