Polizia provinciale, corsa contro il tempo per stabilizzare gli ultimi 25 dipendenti

PERUGIA – E’ una corsa contro il tempo quella che si prepara per la ricollocazione dei dipendenti della Polizia provinciale di Perugia e Terni. Restano infatti 25 dipendenti da ricollocare entro il 31 dicembre 2016, come da legge nazionale sul riassetto delle province. E’ il risultato delle audizioni di questa mattina della Prima commissione, presieduta da Andrea Smacchi (Pd). In Prima commissione sono stati ascoltati i rappresentanti sindacali e l’assessore regionale Antonio Bartolini. Dai lavori è emerso che esistono ancora problemi per la ricollocazione di alcuni agenti della polizia provinciale, ma c’è fiducia di poterli risolvere nei prossimi mesi. Il presidente Smacchi, nell’introdurre i lavori, ha ricordato che “la Commissione sta seguendo da vicino la questione; queste audizioni arrivano dopo quella dei comandanti del corpo della polizia provinciale di Perugia e Terni. L’obiettivo è non disperdere ma valorizzare al meglio un patrimonio di risorse umane, fondamentale nello svolgimento delle funzioni di controllo stradale e ambientale”.

Nella prima audizione i segretari regionali della funzione pubblica di Cgil, Fabrizio Fratini, Cisl, Massimiliano Speranzini e Serena Sargenti, e Uil, Marco Cotone, hanno sottolineato come “nel faticoso processo di riordino delle Province per la legge Del Rio noi registriamo due difficoltà nel tavolo di governance regionale: la polizia provinciale e i centri per l’impiego. Per la polizia provinciale solo l’Umbria e altre tre regioni non sono riuscite a definire una soluzione per tutti i lavoratori. La questione è capire qual è la funzione che la Regione vorrà esercitare in futuro. La Regione si è riappropriata di alcune funzioni importanti come caccia, pesca e lago Trasimeno, dove il servizio prima svolto dalla polizia provinciale deve essere mantenuto. Il problema centrale è che le persone devono seguire le funzioni. Ad oggi a noi risultano ancora 38 unità della polizia provinciale senza ricollocazione. Il negoziato comunque è in corso e noi siamo convinti che si possa addivenire ad una soluzioni in tempi brevi. Altrimenti il rischio è quello di disperdere competenze, e il prezzo lo pagherebbero anche i cittadini”.

Nella seconda audizione l’assessore Antonio Bartolini ha spiegato che “la situazione che ci preoccupa maggiormente è quella dei centri per l’impiego. Per la polizia provinciale ad oggi 25 persone non hanno un posto in Umbria e contiamo di risolve la situazione. Le difficoltà sono dovute all’anomalia della situazione umbra, visto che il personale in esubero nella polizia provinciale a Terni, con 15 dipendenti, è in media con il dato nazionale, mentre Perugia è la Provincia con il numero più alto e molto al di sopra della media italiana con 94 esuberi. Per le 25 persone ancora rimaste abbiamo aperto un tavolo a Roma e il ministero ci ha chiesto di fare una verifica sul nostro territorio delle disponibilità effettiva dei posti negli uffici periferici dello Stato. Lo stiamo facendo. Non sono pessimista sul fatto che riusciremo a trovare un ulteriore disponibilità di posti. Abbiamo anche riaperto un tavolo con i Comuni per vedere se ci sono altri posti disponibili”.

Nel dibattito tutti i consiglieri regionali hanno ribadito l’importanza del ruolo e delle competenze della Polizia provinciale da non disperdere. Per Claudio Ricci (Rp) “la riforma delle province è stata determinata senza calcolare adeguatamente gli effetti a cui si sarebbe andati incontro. Sperare nella capienza degli organigrammi dei Comuni non tiene conto della realtà. La soluzione di questo problema deve essere politica”. Marco Vinicio Guasticchi (Pd) ha sottolineato la soddisfazione relativamente al riconoscimento complessivo fatto dell’importanza e del valore professionale della polizia provinciale”. “Il sindacato ha fatto un grande accordo con la Regione, grazie al quale 250 lavoratori sono oggetto di un processo di integrazione in alcuni servizi importanti. La funzione dei controlli è rimasta molto indefinita a livello nazionale. Mentre si definisce meglio la questione delle funzioni si dovrò capire di cosa hanno bisogno i Comuni. Dobbiamo tutti insieme spingere il processo di confronto con i comuni. Aiutiamoci per arrivare ad una piena soddisfazione di tutti”, ha detto Chiacchieroni. “Quello che hanno subito i lavoratori è una vergogna”, ha detto Marco Squarta.

 

 

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