Ricostruzione del ’97, Ricci (Rp): “Un modello”

PERUGIA – “La ricostruzione in Umbria, del terremoto 1997 è stata un modello per risorse disponibili (5.5 miliardi di euro solo in Umbria), velocità in emergenza (aree container e casette) e qualità
della ricostruzione in particolare dei centri storici, di case e attività nonché beni culturali”. Lo afferma il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) in occasione del ventennale del sisma.

“Se per il terremoto del 2016 non ci sono stati morti in Umbria (e nessun danno tranne che, ovviamente, nei luoghi del cratere) – evidenzia – lo dobbiamo alla qualità degli interventi degli anni settanta, ottanta e del 1997 e anni successivi. Gli edifici sono antisismici (non serve una laurea in ingegneria per impararlo) proprio se si lesionano, durante un sisma, ma in modo tale da non causare vittime (la stessa cosa che si verifica per i sistemi di sicurezza delle automobili). Nella recente legge regionale sulla
conclusione della ricostruzione del 1997 sono previsti ulteriori 200 milioni di euro, recuperando cifre non utilizzate, nonché prospettive per gli altri sismi minori in Umbria e interventi per le ultime stabilizzazioni del personale assunto nel 1997. Questo è visibile a tutti e può rappresentante
un riferimento per il nuovo terremoto in Umbria e nel Centro Italia nel 2016”.

Secondo Claudio Ricci “non si può, per fare una conferenza stampa e cercare ogni giorno visibilità, negare tutto questo, pur non nascondendo problemi e situazioni ancora da risolvere. Anche io faccio opposizione, insieme a tanti altri, ma per candidarsi al Governo della Regione nel 2020 con l’obiettivo di fare meglio dell’attuale amministrazione regionale, in tanti settori, ma con senso civico, capacità di fare (già dimostrata, con gli ovvi limiti e difetti, in altri incarichi ed esperienze), adeguata formazione e molto realismo operativo. Io – conclude – non mi farei curare da un medico senza laurea od operare da un chirurgo che non è preparato. Il nuovo puro e casto, brillante e onesto è condizione necessaria ma non
sufficiente per essere buoni amministratori sia nel privato che nel pubblico”.

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