Spending Review, il Comune di Perugia “spreca” in energia elettrica

L’energia elettrica costa cara. Al Comune di Perugia più che altrove. Non è una questione di “tariffe” ma di spese fuori regola negli acquisti di beni e servizi. L’amministrazione di Palazzo dei Priori spende 10 milioni e mezzo per dare la luce alla città, con una gara scaduta a luglio 2013. Un po’ troppi per Cottarelli, commissario straordinario alla revisione della spesa, e Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, che hanno presentato un dossier sugli sprechi delle amministrazioni pubbliche. In tempi di spending review, il loro intervento suona come un segnale ben preciso: non è più tempo di sperperi per nessuno.

Nelle scorse settimane sono state inviate a circa 200 amministrazioni, tra cui il Comune di Perugia, le richieste di chiarimento e indicate le sanzioni: 25mila euro ai funzionari che esitano a rispondere, 51mila a quelli che forniscono dati non veritieri.

Le contestazioni, arrivate anche a ministeri e università, partono da una serie di decreti approvati tra il 2006 e il 2012 che obbliga gli uffici dello Stato e le società in house, controllate al 100% a non sprecare un centesimo quando comprano certe categorie di beni e servizi essenziali. Acquisti che dovrebbero passare dalla centrale nazionale Consip e, invece, nei casi contestati non l’hanno fatto. Per quanto riguarda l’energia elettrica, in particolare, invece di passare attraverso la centrale unica ognuno ha proceduto per conto proprio sostenendo costi maggiori.

Al Comune di Perugia, in particolare, viene contestato il fatto che non solo spende troppo ma ignora l’opportunità di acquistare a meno le stesse quantità di energia elettrica attraverso le grandi centrali pubbliche di fornitura.

All’amministrazione comunale ora è stato richiesto di fornire, entro 15 giorni, copia del contratto d’appalto (tra l’altro scaduto), il decreto di approvazione ed eventuali atti amministrativi che motivino la scelta.

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