“Storia dell’arte, storia della critica, storia politica. L’entre-deux-guerres in Italia», convegno al Gallenga

PERUGIA – “Storia dell’arte, storia della critica, storia politica. L’entre-deux-guerres in Italia” è il tema del convegno, a cura del prof. Michele Dantini, che avrà luogo il 22 maggio presso l’aula magna dell’Università per Stranieri di Perugia a partire dalle 9.00 e il 23 maggio presso il Museo civico di Palazzo della Penna, con inizio alle 9.30. La conferenza, introdotta dal rettore Giovanni Paciullo, vedrà il contributo di numerosi storici, storici dell’arte e storici politici che illustreranno i molteplici aspetti legati al periodo tra le due guerre in Italia. Emerge infatti, da parte della storiografia artistica più recente, nazionale e internazionale, dedicata all’arte italiana del primo e ancor più del secondo Novecento, la domanda di modelli interpretativi nuovi e di più dettagliati approfondimenti storico-culturali, ad oggi mancanti.

“In assenza di un rinnovamento degli studi storico-artistici, intesi questi ultimi anche nel senso di una più ampia e aggiornata storia culturale – ha detto il prof. Michele Dantini–  si rischia di avanzare interpretazioni arbitrarie o di radicare l’intera ricostruzione del Novecento italiano, dal periodo entre-deux-guerres alle neoavanguardie almeno, a un’antitesi fascismo- antifascismo” che, pur importante, non sembra storiograficamente risolutiva per un ampio numero di artisti, critici etc.; ed è divenuta da decenni oggetto di discussione da parte di storici politici, scienziati sociali e giuristi delle più diverse tendenze. Soprattutto – continua – si è incapaci di cogliere determinate continuità esistenti, nella storia dell’arte, tra la prima e la seconda metà del Novecento; e di misurarsi così con una domanda che la comunità degli storici si è invece posta da tempo. Ecco che si tratta di interrogarsi – ha aggiunto – con profondità, con strumenti quanto più possibile fini e insieme molteplici e con prospettive anche di lungo periodo, sui temi del «consenso», della «nazione», dell’«identità», dell’«eredità», del «popolo», dell’«impegno» etc. lasciando se possibile da parte posizioni precostituite e cercando invece di ricostruire l’evolvere di inquietudini, miti, “autorappresentazioni nazionali” nel loro rapporto a contesti continentali o planetari di volta in volta diversi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.