Terni, lo scavo archeologico presso il quartiere Nord Est e il foto dell’area urbana di Carsulae finanziato dalla Fondazione Carit

TERNI – Le indagini archeologiche presso l’area urbana di Carsulae sono giunte alla sesta campagna, che si è svolta a partire dal mese di maggio fino a tutto settembre.

Presso il Quartiere Nord-Est le ricerche hanno permesso di completare lo scavo e il recupero dei materiali, per lo più ceramici, di una grande discarica di epoca augustea localizzata lungo il lato settentrionale della grande dolina posta al centro di Carsulae, a valle della strada basolata già individuata e riportata alla luce nel corso degli anni precedenti. Tutti i reperti (si tratta di alcune migliaia di frammenti) sono già stati lavati, classificati, inventariati e in parte studiati, permettendo di avere un quadro più preciso circa la frequentazione dell’area nel I sec. a.C. Inoltre, sempre in questa zona, si è proseguito con lo scavo di alcune strutture poste a ridosso del margine superiore della dolina, incassate nel banco di travertino, rinvenendo i resti di un acciottolato tardoantico che copriva una strada più antica scavata direttamente nella roccia.

Ma i risultati più clamorosi, si sono avuti presso l’area del foro. Qui, si è proceduto inizialmente a ripulire completamente il lato occidentale della piazza il quale, dopo essere stato scavato in maniera parziale nel corso dei mesi di aprile-maggio del 1953 dall’allora ispettore alle antichità Umberto Ciotti, venne lasciato nel più assoluto abbandono. Una volta terminate le pulizie, per la prima volta da 40 anni a questa parte, sono stati letteralmente riportati alla luce e resi fruibili ai visitatori del Parco Archeologico: i resti del podio del Capitolium (il tempio più importante della città, ancora tutto da scavare e restaurare), del basamento di un sacello e di un grande lastricato scavato anch’esso in maniera parziale.

Terminate le ripuliture del lato occidentale, le indagini si sono spostate alle spalle del lato meridionale della piazza forense dove, su un’area di circa 100 metri quadrati mai indagata prima, sono riemerse le strutture di una domus e forse anche di un’altra. Oltre a trattarsi della prima scoperta di edilizia residenziale a Carsulae, il rinvenimento riveste caratteri di assoluta eccezionalità per il sito poiché, sempre per la prima volta, sono state individuate delle pavimentazioni decorate a mosaico. Al termine dello scavo, effettuato tra luglio e settembre, è stato possibile documentare la presenza di almeno 5 tappeti musivi, tutti databili ad epoca augustea e pertinenti quindi alla prima fase edilizia delle abitazioni.

Gli ambienti sinora individuati sono: un ampio atrio con pavimentazione in scutulatum (una sorta di mosaico a tessere nere con innumerevoli inserti di lastre marmoree e di calcite bianca di varie forme e dimensioni); l’ala ovest con pavimentazione a mosaico raffigurante un porticato posto sulla soglia e decorazione geometrica a quadrati e rettangoli nella parte centrale; un cubicolo sempre con mosaico a decorazione geometrica raffigurante un gioco di esagoni, rombi e cubi; parte del tablino e di due corridoi laterali a sud dell’atrio.

Infine, è stato individuato un ulteriore ambiente pertinente con ogni probabilità ad una seconda domus. Questo, di cui è stata scavata solo una piccola parte di circa una decina di metri quadrati, dovrebbe avere dimensioni in pianta di circa 10 x 10 metri e si presenta decorato con un grande mosaico raffigurante una cinta muraria con torri e merli posta lungo il bordo e un meandro a svastiche concatenate e quadrati nel campo centrale.

Nel mese di ottobre, al fine di poter garantire la conservazione delle scoperte e permetterne il completamento delle indagini nelle prossime campagne di scavo, si è proceduto con i primi restauri e consolidamenti completati i quali, si è potuto procedere ad una prima pulitura delle superfici musive le quali sono state documentate anche con l’utilizzo di un drone grazie al quale è stato possibile ottenere in tempi brevissimi il rilievo fotogrammetrico di tutta l’area di scavo oltre che, più in generale, di tutto il lato ovest del foro.

Per chiunque fosse interessato, domenica 12 novembre alle ore 11,00 sarà possibile effettuare una visita guidata gratuita agli scavi durante la quale saranno illustrate direttamente sul campo le nuove scoperte prima che vengano realizzate le necessarie coperture invernali utili a proteggere le pavimentazioni mosaicate dal gelo.

Tutte le operazioni di scavo e ricerca sono state condotte in regime di concessione ministeriale rilasciata alla Associazione ASTRA Onlus, sotto la direzione scientifica degli archeologi Luca Donnini e Massimiliano Gasperini coadiuvati dai restauratori Nicola Bruni e Angelica Catozzi i quali hanno operato in stretto contatto con la dott.ssa Gabriella Sabatini, funzionario della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.

Alle indagini hanno preso parte anche alcuni studenti di discipline archeologiche provenienti in prevalenza dalle Università della Tuscia e di Bologna. Inoltre, anche quest’anno, è proseguita la collaborazione con la Prof.ssa Jaye McKenzie-Clark del Dipartimento di Storia Antica della Macquarie University di Sydney la quale ha permesso di ospitare un gruppo di studenti australiani.

Tutte le operazioni di scavo sono state generosamente finanziate e rese possibili esclusivamente grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni che ha stanziato oltre 28.000 euro per lo scavo del 2017.

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