Terni, l’Usb: “Per l’Ast serve una vertenza unitaria”
TERNI – Per Ast serve una vertenza unica, alla luce delle problematiche che si sono aperte negli ultimi giorni. La proposta è della Rsu dell’Unione sindacale di base. “Nei giorni scorsi in Ast si sono susseguiti avvenimenti importanti che non vanno sottovalutati: in primo luogo la vicenda dei controlli, da parte delle autorità competenti, sugli scarichi e sulla produzione di rifiuti da processo; in secondo luogo lo sciopero proclamato dalle OO.SS. circa la rottura della trattativa per l’organizzazione del lavoro presso il reparto pix. Questi due avvenimenti mettono in evidenza due elementi: la volontà aziendale di gestire lo stabilimento senza interferenze e la incapacità delle OO.SS. di produrre indagine, quindi analisi, che porti ad avere una panoramica completa delle condizioni in cui avversa la fabbrica e che non farebbe invece navigare a vista”.
“Sulla vicenda dei controlli – dicono – si è assistito al solito asse azienda/istituzioni: da un lato Regione, Comune, Arpa, che ammettono lo sforamento dei parametri-in questi casi il rischio è di una sospensione dell’aia- ma che non lo giudicano (dati alla mano) tale da mettere a rischio l’ambiente e la salute; dall’altro l’azienda che si barrica dietro le rassicurazioni circa il rinnovo impiantistico, mettendo sul piatto la certificazione ambientale ISO14001. Tale certificazione di fatto non pone paletti e non obbliga le aziende ad investimenti e modifiche impiantistiche, ponendosi quindi solo come mera carta d’intenti. Quindi? Si inquina, ma l’importante sono i buoni intenti. Dov’è finito il controllo popolare di cui le istituzioni -Arpa, Regione, Comune e sindacati- dovrebbero essere garanti? Dov’è finita la cultura metodologica dell’indagine che è base del lavoro politico e sindacale? Ci chiediamo: Il continuo sforamento dei parametri ambientali, visto che sostanzialmente è riferito allo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla produzione a caldo, a chi giova? A che punto è il lavoro della commissione che deve individuare il miglior progetto per l’impianto inertizza-scorie? Per quanto riguarda la vicenda che ha portato allo sciopero presso il reparto Pix, pur prendendo atto della risposta sindacale, non possiamo non porre in evidenza due elementi: la conseguenza drammatica dell’accordo sottoscritto al Mise tre anni fa e la miopia con cui si affrontano le trattative con l’azienda”.
“La fine della grande vertenza ha visto uscire vincente l’azienda, successo che si è ovviamente tramutato in condizioni di lavoro estremamente peggiorate in tutto lo stabilimento: organici ridotti all’osso che hanno portato ad un uso sconsiderato degli straordinari, tempi di produzione enormemente diminuiti, aumento delle sanzioni disciplinari. Ma a tale tattica non si risponde in maniera adeguata: seppur ogni reparto ha delle specifiche tecniche ben definite, quello che si deve mettere in discussione è la condizione generale dello stabilimento. Si apra quindi una vertenza unica e generale riguardante organici, tempi di lavoro, condizione lavorativa, in cui inserire anche le dinamiche ambientali perché i lavoratori sono dapprima cittadini. La separazione reparto per reparto, in un contesto generale di sofferenza, ha tre effetti strategici negativi: la mancanza di forza dell’azione sindacale, la messa in competizione dei lavoratori, una concezione non più unitaria dello stabilimento. Questo dobbiamo impedirlo, la fabbrica non la si difende separando i lavoratori bensì tornando a ragionare di unità di classe, che difende il proprio posto di lavoro e l’ambiente in cui vive. Per questo L’USB chiederà all’azienda l’accreditamento quale forza sindacale presente e rappresentativa dei lavoratori dell’AST, coerentemente al mandato ricevuto dagli stessi e, conseguentemente, la possibilità di partecipare ai tavoli con le altre organizzazioni sindacali che affronteranno le varie problematiche del sito”.