Terremoto, il Cardinale Bassetti al Corriere della Sera: “E’ il momento della solidarietà”

NORCIA <<Quando ho sentito la scossa mi sono detto: Signore, quando avrà fine tutto questo, perché?». E’ l’interrogativo del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti raccolto dal vaticanista Gian Guido Vecchi sulle colonne del «Corriere della Sera» del 31 ottobre. A questo «perché» il porporato dice: «Non c’è risposta. Quando vogliamo darla ci fermiamo alle ragioni degli amici di Giobbe: se ti è successo, vuol dire che ti doveva accadere. Ma poi Dio dice a Giobbe: tu lo sai perché il mare che giunge a riva si ferma e non prosegue, conosci le leggi del cielo? E se non sai niente, come puoi pretendere di dare una risposta? La risposta noi cristiani l’abbiamo sulla Croce, un innocente che stende le mani e prende su di sé tutto il dolore e il male del mondo, un Dio che viene a condividere fino in fondo la sofferenza delle sue creature».

Il cardinale Bassetti alla domanda «cosa pensa di fare come sacerdote e vescovo», risponde: «E’ il momento della solidarietà, umana prima che economica. Soprattutto noi sacerdoti dobbiamo stare vicini alla nostra gente. Per fare cosa? Niente: solo dire sono qui, ti sono accanto, ti manifesto il mio amore di uomo e di cristiano. Nient’Altro. Certo possiamo parlare delle responsabilità degli uomini, dire che c’è stata tanta incoscienza, corruzione, disonestà, che se le case fossero state fatte a norma, sapendo che sono zone sismiche, ci sarebbero meno morti. Però anche questo non basta. Qui c’è qualcosa che ci fa vedere fino in fondo il nostro limite, la nostra condizione di creature. Di fronte a una montagna che crolla si può solo dire: c’è un mistero che ci avvolge ed è infinitamente più grande di noi. E pregare: quando finirà. Signore?».

«Credo che l’Umbria sia il cuore dell’Europa e del mondo – commenta il porporato, riflettendo anche sui danni causati dal sisma a una parte significativa del patrimonio di fede e storico-artistico umbro –. Norcia e Assisi, per dirla con La Pira, sono due “terrazze” sull’Europa. San Benedetto ha evangelizzato l’Europa e ne ha custodito la cultura, se si guarda una carta del continente del primo millennio è costellata di abbazie benedettine. Questo terremoto ha colpito tutta l’Europa. Quando è crollata l’abbazia di Sant’Eutizio, a Preci, è sparito dalla faccia della Terra uno dei rosoni più belli del mondo. Spero e credo che l’Europa e il mondo se ne stiano accorgendo».

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