Terremoto, la denuncia del M5S: “Dipendenti pubblici che esercitano anche la libera professione”

PERUGIA – “La legge sancisce chiaramente l’incompatibilità dell’esercizio della libera professione con la qualifica di pubblico dipendente, né a questa regola sono previste eccezioni; tale divieto è applicabile in via generale a tutti i dipendenti pubblici”. Lo
sottolinea il capogruppo del M5S all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati, spiegando che “il nostro gruppo consiliare sta ricevendo nuove segnalazioni sulla ricostruzione post sisma: in particolare, alcuni dipendenti di Comuni umbri, dentro e fuori il cratere del sisma (prevalentemente geometri e ingegneri), talora collaboratori part-time di tali enti, starebbero accumulando incarichi a seguito dei sopralluoghi post terremoto, avvenuti in collaborazione con la Protezione Civile, si spera
ignara del fenomeno”.

Annunciando un’interrogazione sull’argomento, Liberati aggiunge che “l’arroganza e il senso di impunità di alcuni soggetti arriverebbe al punto di contattare i proprietari degli immobili, chiedendo, talora con insistenza, l’affidamento degli incarichi. Il M5S intende sollecitare la Regione Umbria affinché, viste pure le competenze del subcommissario, si contrastino immediatamente questi fenomeni che, relativamente al post sisma, verrebbero agevolati pure da prestanome, professionisti non locali che fanno da garanti di tali incarichi. Il bello è che, formalmente, rientra tutto nella white list, tanto nessuno pare accorgersi di niente e Pulcinella-Stato italiano è più felice che mai. Dietro la facciata della normalità, le stranezze fioccano: dopo le centinaia di casette realizzate 20 anni fa, tenute vuote e lasciate lì, le cooperative della monnezza che ora costruiscono interi villaggi, le stalle per animali giunte fuori tempo massimo, adesso pure qualche dipendente pubblico a caccia di soldi”.

“Va ricordato – continua Liberati – che non si possono svolgere prestazioni professionali in favore di privati o altri Enti che, in un modo o nell’altro, sono soggette al controllo dell’Amministrazione da cui il professionista-dipendente pubblico ha ricevuto l’incarico. Non è solo una questione deontologica, visto che il cumulo nella stessa persona del ruolo di controllore (tecnico comunale, etc.) e controllato (autore di progetti) può configurare la fattispecie di interesse privato in atti d’ufficio (articolo
324 del Codice Penale), rischiando fino a cinque anni di reclusione: c’è un dovere di ossequio delle istituzioni, delle funzioni e di esclusività del lavoro che va rispettato, evitando improprie commistioni. Inoltre l’articolo 60 dello ‘Statuto degli impiegati civili dello Stato’ dispone testualmente che ‘L’impiegato non può esercitare alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare incarichi in società costituite a fini di lucro’”.

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