Umbertide, consiglio comunale aperto sulla moschea: sindaco sul banco degli imputati

UMBERTIDE – Il caso della moschea di Umbertide approda in un consiglio comunale aperto, richiesto dal Movimento 5 Stelle. Proprio i Pentastellati sono stati ad aprire il consiglio con la consigliera Valentina Pigliapoco che ha rigettato le accuse sull’accoglienza ma ha chiesto spiegazioni sulla questione. “L’integrazione per noi – ha detto – passa attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda”. La grillina ha ricostruito i passaggi che hanno portato all’acquisizione del terreno da parte dell’Associazione culturale islamica, prima con un’asta pubblica per il lotto L3. Il lotto L4 invece sarebbe stato acquisito senza gara, attraverso una delibera di giunta.

La risposta dell’esecutivo è stata legata alla stasi del mercato immobiliare, che aveva determinato una mancata vendita dei terreni limitrofi, per i quali non c’era una graduatoria di soggetti interessati all’acquisto. Quindi la richiesta dell’Associazione islamica sarebbe stata accettabile senza avviso d’asta. Stefano Conti, di “Umbertide Cambia” ha puntato l’attenzione sulla necessità di trasparenza: “Non possiamo trattare la costruzione di un centro islamico, che maschera una moschea, come fosse una semplice e banale pratica edilizia”. Presente all’incontro anche il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega Nord) che ha ricordato come nel prossimo consiglio regionale ci sarà la sua mozione per la “moratoria sulle costruzione di centri culturali e moschee e proponiamo un referendum sulla questione per chiedere un voto ai cittadini umbertidesi”. “Tutto è stato fatto in modo regolare”, si è difeso il sindaco.

 

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