Unione civica Terni: “Cinque cose per arrivare a fine legislatura”

TERNI – L’Unione civica per Terni va in controtendenza e auspica che il sindaco Di Girolamo decida di non dimettersi. “Che il sindaco di Terni non fosse un mariuolo era cosa nota. Come era noto il suo spirito di servizio, la sua moderazione e la sua disponibilità all’ascolto, tranne però dare raramente seguito a quanto ascoltato. Ma a Terni serviva un angelo? Decisamente no! Sarebbe servito un diavolo, possibilmente “un diavolo a quattro”. Perché fermare quella che nei fatti si configura come un’estinzione di massa del popolo ternano, realizzata grazie alla sistematica sottrazione di risorse economiche, finanziarie, amministrative, naturali, umane, ideali,  a cui la politica della Regione Umbria ha scientificamente sottoposto il nostro territorio, è cosa ben diversa da  quella di aver attivato contro i “furbetti” i nuovi varchi della ZTL! Ma tant’è…”.

“Ora, in punto mortis, due sono le possibilità – ha detto –  La prima è lasciare che sia. Andare velocemente alle auspicate elezioni con un sicuro cambio di colore dell’amministrazione cittadina, in questo frangente non ha più senso urlare contro questo sindaco, che è ormai epifenomeno nel crepuscolo di questa città morente. Meglio sarebbe iniziare ad urlare contro ciò che ha reso questa città, potenzialmente ricchissima, una triste arena, dove poveri e impoveriti sono in lotta tra di loro per poche ossa senza polpa La seconda possibilità, nell’ipotesi che il sindaco decida di non dimettersi, è quella delle proposte, da rivolgere a tutte le forze sane della città affinché nel periodo che ci porterà alle elezioni del 2019 si dia vita ad un’azione politica congiunta che difenda finalmente il nostro territorio”.

Si propongono quindi 5 cose da fare quest’anno: “Spingere sulla Regione per l’approvazione di una legge, che dovrà destinare i canoni versati ogni anno dal gestore della centrale di Galleto al Comune di Terni. Ogni anno Erg incassa 110 milioni di € di cui “zero” va a i Ternani. Aumentare le ore di apertura  della cascata delle Marmore sì da   garantire, sia la produzione elettrica che la fruizione turistica. Studi attendibili confermano che ciò sarebbe possibile, avendo , la cascata una portata più che sufficiente per garantire entrambe le attività; Stabilire che la sede legale della ASL Umbria 2 sia a Terni, senza se e senza ma; Contrastare la crisi demografica causata dalle dissennate politiche regionali che hanno accentrato tutto su Perugia, promuovendo la fusione dei comuni di Terni, Narni, Sangemini, Stroncone e Valnerina Ternana. Obiettivo: il Grande Comune della Conca Ternana, con oltre 150.000 abitanti, che possa beneficiare, come stabilito dalla legge nazionale, per dieci anni, del raddoppio premiale dei finanziamenti statali. Da qui procedendo, per progettare un nuovo centro direzionale con nuovi servizi comunali, un nuovo ospedale, scuole, palazzetto dello sport, stadio e ancora altro, diventando polo attrattivo per l’Umbria del sud e tutto il Lazio del Nord. Nell’ottica delle future macroregioni, promuovere ed incrementare il progetto CIVITER, stringendo legami sempre più forti con Rieti, Viterbo, Civitavecchia, Abruzzo e Roma Capitale. Obiettivo: raggruppare tutto il comprensorio CIVITER in una Regione comune e contrastare così l’ennesimo tentativo della Regione Umbria, che rendendo Perugia baricentrica sull’asse Marche-Toscana, vuole marginalizzare l’area ternana. Terni deve riappropriarsi del suo ruolo storico di baricentro per la logistica, l’industria, l’economia, i servizi a cose e persone e i trasporti dell’Italia Centrale a nord della Capitale. Ruolo che la Regione ha volutamente e scientificamente demolito nel corso degli anni per favorire il Capoluogo di Regione; Ridefinire la spesa pubblica umbra per quello che riguarda la spesa corrente regionale (per lo più stipendi dei dipendenti della Regione Umbria e delle innumerevoli e ridondanti agenzie collegate). Si tratta di una cifra di circa 100 milioni di euro l’anno, alla quale contribuiscono i Ternani pagando le tasse, e di cui nulla ritorna a Terni ma tutto  finisce nelle tasche dei Perugini”.

“(N.B. i dipendenti dell’ente sono al 95% Perugini e del circondario. Di contro, i figli dei Ternani, notoriamente più somari, che sono stati costretti ad abbandonare la città sono quasi 20.000 negli ultimi 20 anni !) Portiamo come esempio il vicino “modello Abruzzo”, che prevede la Presidenza e la Giunta Regionale, e la metà degli Assessorati e uffici collegati a L’Aquila, mentre l’altra metà degli Assessorati e il Consiglio Regionale risiedono a Pescara (Quindi si può fare!!!) Suggeriamo infine al Sindaco (qualora malauguratamente la sua decisione fosse quella di ritirare le proprie dimissioni), che ha lamentato l’ostentazione di saluti romani in Consiglio, di formare, sulla base di questo programma articolato in 5 semplici punti, una nuova giunta di “partigiani” che combattano apertamente per Terni, politicamente scorretti, ma concreti nella difesa degli interessi di questa città. Una task force che faccia da contraltare al comportamento di tutti quei politici ternani che in questi decenni hanno abbandonato la propria città trasformandola in una triste Repubblica di Vichy. (Come dimenticare, ad esempio, la nuova recente defezione dei consiglieri ternani del PD, assenti come ombre a mezzogiorno, quando in Regione si votava per confermare la sede dell’ASL 2 a Terni? ) Vorremmo insomma che le future azioni del sindaco cessassero di riportare alla mente del popolo ternano una famosa frase di F.Pessoa: “Alcuni uomini hanno un grande sogno nella vita e mancano a quel sogno. Altri uomini non hanno alcun sogno e mancano anche a quello””.

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