Valnestore, l’assessore Cecchini: “A disposizione della magistratura e dell’Assemblea legislativa”

PERUGIA – Valnestore e dati poco certi al centro del question time dell’Assemblea legislativa, con il capogruppo della Lega, Emanuele Fiorini, che ha interrogato l’assessore all’Ambiente Cecchini sulle  “azioni intraprese dalla Giunta regionale per risolvere la situazione di grave inquinamento che interessa la Valle del Nestore”. Presentando l’atto ispettivo, Fiorini ha spiegato che “in uno studio firmato da tre docenti del Dipartimento di Scienze Agroalimentari dell’Università di Perugia, fin dal 2002 sarebbe stato rilevato un grave inquinamento dei terreni della Valle del Nestore. Il documento avrebbe evidenziato la presenza di zinco, piombo e titanio con valori doppi rispetto ad altre zone d’Italia, mentre per il cromo i valori sarebbero stati 66 volte superiori rispetto alla norma. Inquinamento le cui cause potrebbero essere ricondotte alla presenza di ceneri di combustione smaltite nei terreni”.

L’assessore Fernanda Cecchini ha risposto spiegando che “la Giunta regionale mette a disposizione dell’Assemblea legislativa le informazioni di cui dispone, sulla base di dati certi provenienti da parte di chi porta avanti indagini e rilievi. In merito allo studio del 2002, all’assessorato all’Ambiente non risulta alcuna traccia del documento. Abbiamo chiesto anche ad Arpa notizie in merito, ma visto che non  ha ancora risposto riteniamo che  anch’essa non ne sia a conoscenza. Esiste invece un  lavoro che la Regione fa di concerto e a sostegno di chi sta portando avanti le indagini sul territorio, anche attraverso risorse finanziarie che abbiamo messo a disposizione di Arpa per procedere ad ulteriori carotaggi ed indagini  per produrre dati certi su cui pianificare l’eventuale bonifica. Ad oggi, agli uffici sono pervenute due segnalazioni da parte di Arpa, risalenti a giugno 2016 e riguardano il superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione riguardante le acque sotterranee, per il parametro arsenico, presso il pozzo ubicato nell’area degli impianti sportivi di Tavernelle e di altri due pozzi, ubicati nell’area degli impianti sportivi, relativamente ai parametri arsenico, ferro e manganese e nell’ex centrale di Pietrafitta, relativamente ai parametri solfati e manganese. Rispetto a questi dati  abbiamo segnalato e richiesto alla Provincia di Perugia, per competenza, di procedere all’individuazione del soggetto eventualmente responsabile degli sforamenti per poter mettere in campo tutte le necessarie procedure ed azioni che debbono essere svolte. Da tempo siamo a disposizione della magistratura mettendo a disposizione tutte le informazioni di cui disponiamo, i fascicoli, le azioni e gli atti messi in campo dalla Regione. Un percorso definitivo sarà possibile percorrerlo nel momento in cui avremo a disposizione dati certi”.

Nella replica, Fiorini si è dichiarato “non soddisfatto”. Si parla, ha spiegato di “competenze della Provincia quando il Governo Renzi parla della loro abolizione. La situazione su quell’area è pericolosa e la Giunta regionale deve fare pressione su Arpa per un quadro dettagliato della situazione sui 225 ettari di territorio.

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