Nanomateriali, la minoranza insorge: “A Nocera resta la polvere”
NOCERA UMBRA – La minoranza di Scegliamo Nocera insorge dopo la notizia che lo studio dei nanomateriali sarà effettuato a Gualdo Tadino. Lo fa con una lunga e articolata replica. “
“Si racconta che la politica, quando non sa più creare lavoro, si metta a fabbricare miraggi. E a Nocera Umbra
ne ha confezionato uno su misura: il ‘Polo Nanomat’, venduto come rivoluzione industriale e finito, come al
solito, in polvere. Una promessa di riscatto industriale che, alla prova dei fatti, si è rivelata soltanto una parata
istituzionale e una sceneggiata da manuale della propaganda. Era il 13 settembre 2021, a poche settimane
dal voto per le amministrative, quando il ministro Giancarlo Giorgetti, la presidente Donatella Tesei,
l’assessore Michele Fioroni e l’onorevole Virginio Caparvi — all’epoca candidato a sindaco di Nocera Umbra
— si presentarono in passerella tra i capannoni vuoti dell’ex Merloni, insieme ai sindaci di Nocera e Gualdo
Tadino e a una folla di imprenditori, lavoratori e curiosi. La campagna elettorale era nel pieno, e quella vetrina
fu l’occasione perfetta per trasformare un progetto ancora inesistente in uno spot politico a cielo aperto.
Si parlò di “distretto dei nanomateriali”, di “rilancio dell’economia umbra”, di “Zona Economica Speciale”, di
“calcestruzzo green, grafene, vetro intelligente e silicene”, come se la valle appenninica dovesse
improvvisamente trasformarsi in una Silicon Valley. “Serve dare un ruolo all’economia umbra, attraverso un
riposizionamento serio e necessario”, dichiarò Fioroni, ricordando che “i soldi ci sono, servono idee e
imprenditori coraggiosi”. Tesei parlò di “trasformare la crisi in opportunità”, mentre Caparvi, con la solennità
di chi si sente protagonista della Storia, sentenziò: “Questo stabilimento è stato il centro nevralgico della crisi,
delizia per tanti anni e poi croce per i lavoratori, ormai da decenni in cassa. Con il Governo, la presidente Tesei
e la Giunta regionale abbiamo lavorato per questa grande opportunità per il territorio.” Tutto perfetto, tutto
coordinato, tutto mediaticamente impeccabile: la Regione a garantire, il Ministero a benedire, il Comune a
sognare.
Ma dietro la retorica si nascondeva la solita trappola: nessun piano esecutivo, nessun contratto vincolante,
nessuna tempistica certa, nessuna copertura concreta. Solo slide, promesse e autocelebrazione. L’ennesimo
capitolo della saga politica del “faremo”, dove l’unico verbo coniugato al presente è “annunciare”. Nei mesi
successivi l’eco di quell’entusiasmo si affievolì, mentre il progetto si perdeva nei corridoi ministeriali e nei
labirinti della burocrazia. Poi, nel 2023, la prima crepa divenne voragine: una delle aziende coinvolte, la
Graphene Company, si chiamò fuori, segnalando difficoltà operative e incertezze insostenibili. Secondo le
cronache di allora, sullo sfondo si muovevano perfino indagini e anomalie legate a progetti pregressi e fondi
Invitalia. Senza il partner tecnologico, il castello cominciò a scricchiolare. Eppure, a Nocera si continuava a
sorridere: Caparvi parlava di “numerosi incontri interlocutori”, di “attività produttive già insediate”, di
“progettualità PNRR avallate da Regione e Università”. La realtà, però, restava immobile: i capannoni vuoti, le
solite promesse non mantenute.
Quando tutto stava già franando, arrivò il coup de théâtre: luglio 2023. In una conferenza annunciata e
fotografata come una rinascita, la Regione Umbria e l’Università di Perugia firmarono un protocollo d’intesa
nell’ambito del progetto Vitality, presentato come ‘il tassello decisivo’ per l’avvio del Polo Nanomat, alla
presenza del sindaco di Nocera Umbra Virginio Caparvi, che ne rivendicò pubblicamente il merito come se
fosse stato lui stesso uno dei firmatari.
Le cronache di quei giorni titolavano: “Nanomateriali e biomateriali in Umbria, via a Vitality. C’è la firma”. In
sala, Caparvi veniva citato come “colui che ci ha creduto fin dall’inizio”, mentre sui social scriveva: “Un
protocollo d’intesa che pone le basi per un rafforzamento del progetto Vitality oltre la finestra PNRR. Una
sfida complessa ma di estremo valore. Grazie alla Presidente Tesei, al Rettore Oliviero e all’assessore Fioroni.”
Poi, in tono polemico, aggiungeva: “Rispedite al mittente le notizie parziali e scorrette, sebbene da alcuni
sperate, utili a colpire questa amministrazione comunale. Avanti futuro!
Ma quel protocollo, pomposamente sventolato come prova di serietà, era poco più che carta intestata.
Nessun vincolo operativo, nessuna garanzia territoriale, nessuna clausola a tutela della sede nocerina. Un attodi intenti, utile per i titoli e per la propaganda, ma privo di efficacia concreta. Un documento di facciata che
non impedì, un anno dopo, che tutto si decidesse altrove. Il sindaco continuò a citarlo come ‘tappa decisiva’,
ma nei fatti si rivelò la solita foglia di fico, buona solo a coprire l’imbarazzo politico di chi non ha mai
controllato la direzione della nave.
Poi, l’epilogo. Ottobre 2025: l’Università di Perugia comunica ufficialmente di aver completato l’acquisizione
di un immobile nel complesso commerciale “Il Granaio” di Gualdo Tadino. Sarà quella, e non Nocera Umbra,
la sede del Polo Nanomat. Una superficie di appena 900 metri quadrati — contro i 15.000 previsti all’ex
Merloni — per un investimento di circa 4,5 milioni di euro. Il sindaco gualdese Massimiliano Presciutti
commenta con sobria soddisfazione: “Un risultato straordinario per la città, frutto di un confronto serio e
costruttivo, senza clamore e senza ansia da annuncio.” Parole che, tradotte, suonano come una condanna
morale per Nocera e per chi la amministra.
E infatti Caparvi, di fronte all’evidenza, reagisce con la consueta autodifesa: parla di “scelta unidirezionale
dell’Università”, di “visione mutata”, di “riduzione degli spazi imposta”. Ricorda che “il Comune aveva persino
modificato il PRG e il regolamento dei tributi per agevolare l’insediamento”, ma conclude ammettendo che
“nonostante tutto, l’Università ha deciso di spostare il progetto, riducendolo a 900 mq”. In sintesi:
un’ammissione di impotenza.
È qui che le responsabilità diventano lampanti. Se davvero il Comune aveva “fatto tutto il possibile”, perché il
protocollo del 2023 non conteneva garanzie? Perché non furono imposte clausole territoriali? Perché si è
lasciato che milioni di euro pubblici fossero riallocati senza una reazione politica, senza nemmeno un tentativo
di resistenza? Il sindaco di Nocera, per quattro anni, ha venduto un sogno inesistente: ha parlato di “nuove
opportunità” mentre si scavava la fossa del progetto; ha promesso “lavoro e sviluppo” mentre perdeva l’unico
investimento serio arrivato in decenni.
Oggi resta solo la polvere dell’ex Merloni, simbolo di trent’anni di fallimenti industriali e politici. Dove doveva
sorgere il distretto delle nanotecnologie, ci sono ancora cancelli arrugginiti e silenzio. A Gualdo Tadino si
taglieranno i nastri, a Nocera si continuerà a spiegare che “la visione è cambiata”. Il Polo Nanomat, nato come
bandiera di rinascita, si è trasformato nel monumento al vuoto amministrativo. E Virginio Caparvi, da
protagonista annunciato, è diventato il simbolo di una politica che si accontenta delle parole e delle foto. Il
sindaco del miraggio, l’uomo che prometteva rinascita e ha regalato a Nocera solo polvere: un Polo fantasma
nato altrove e un fallimento tutto suo”.

