Election day a Unipg, le sorprese di Agraria e Chimica: il grosso guaio di Medicina. Tutti i retroscena
I risultati elettorali delle elezioni dei Direttori dei Dipartimenti dell’Università degli Sudi di Perugia sono ormai quasi tutti archiviati. Molte le conferme che aveva pronosticato con largo anticipo questa testata, qualche sorpresa e, anche questa seconda previsione, un bel guaio a Medicina. Cominciamo dalle situazioni tranquille, quelle cioè dove i docenti avevano raggiunto l’accordo su un unico candidato che, talvolta con qualche scheda bianca in più del previsto o qualche astensione al voto, è riuscito al primo turno ad avere la maggioranza assoluta degli aventi diritto. Senza problemi le urne hanno decretato che siederanno nel Senato accademico, nel prossimo triennio, a rappresentare il loro dipartimento: il prof. Luca Bartocci per Economia, il prof. Marco Moschini per il Fissuf (che potrà vantarsi di ricoprire il ruolo del suo maestro , il prof. Edoardo Mirri, filosofo di rilievo internazionale che per più di 10 anni fu Preside prima di Magistero e poi di Scienze della Formazione), il prof. Alessandro Paciaroni per Fisica e Geologia, il prof. Gianluca Rossi per Ingegneria e il prof. Filippo Ubertini per Ingegneria Civile e Ambientale. Convalidata dalle urne la candidatura della professoressa Mariangela Montagna che diventa così la prima donna in assoluto a governare un’area, tradizionalmente prerogativa degli uomini, come Giurisprudenza. Lettera sarà rappresentata in Senato dal prof. Gianluca Grassigli, archeologo, che pone così fine alla lunga catena di storici (Bonamente, Tosti, Brufani) che hanno guidato prima la Facoltà e poi il Dipartimento di Lettere. Consenso anche per il prof. Gianluca Vinti a Matematica e per Maurizio Ricci a Scienze Farmaceutiche, che già sono stati ai vertici dei due dipartimenti e che evidentemente hanno bene amministrato, visto lo spessore del consenso. Più travagliata l’elezione del prof. Enrico Carloni a Scienze Politiche, ma qui sappiamo che le anime interne del dipartimento (storici, sociologi e giuristi) sono tre comparti non in osmosi. Bravo comunque Carloni a farcela già al primo turno. Veterinaria si affida alla guida del prof. Marco Pepe, erede della tradizione che ha portato due docenti dello stesso settore (Dozza e Moriconi) a ricoprire la carica di Rettore. Mezza sorpresa invece ad Agraria, dove il favorito, il prof. Pietro Buzzini, attuale vicedirettore, ha dovuto cedere la poltrona al prof. Antonio Boggia che, a quanto pare, ha saputo meglio del rivale trattare con il personale tecnico amministrativo che alla fine ha pesato, anche se non deciso la sua elezione. Confronto acceso anche al Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dove l’ha spuntata il prof. Aldo Romani contro la professoressa Loredana Latterini, si mormora troppo critica nei confronti dell’attuale direttore prof. Alceo Macchioni che, dalla posizione iniziale di neutralità, alla fine si è schierato con Romani. Infine il grosso guaio di Medicina dove tra i due candidati, il prof. Alfonso Tortorella e il prof. Francesco Grignani, per soli tre voti, è prevalso quest’ultimo, ma ci sarà bisogno del ballottaggio (a quel punto basta un voto in più dell’avversario) per determinare chi rappresenterà il potente dipartimento in Senato e soprattutto nel confronto con la Regione sul tema della convenzione sanità. Un’amara delusione per i sostenitori di Tortorella che non immaginavano un consenso così esteso per il prof. Grignani, ma nessuna sorpresa perché è noto che a Medicina più che la regola del consenso vale quella del peggior nemico: non mi piace la tua candidatura, ma siccome l’altra è appoggiata dal mio peggior nemico accademico ti voto. Una balcanizzazione, tanto che alcuni cominciano a dubitare se la riunificazione dei tre dipartimenti abbia portato, alla fine, esiti positivi: infondo le tre strutture, costituite da aree scientifiche abbastanza omogenee, funzionavano da “camera di compensazione” e all’esterno medicina, benché divisa, poteva presentarsi unita e scientificamente robusta.

