Ilaria uccisa la sera della scomparsa: i messaggi di Samson alle amiche. Il mistero dei genitori presenti nell’abitazione
Ilaria è stata uccisa la sera stessa in cui è scomparsa, il 25 marzo. Chiusa in una valigia. Con Mark Antony Samson, nato in Italia da genitori filippini, si frequentavano da pochi mesi. Si sono conosciuti nel fast food dove entrambi lavoravano e entrambi erano studenti universitari alla Sapienza. Tra Ilaria e Mark la relazione era finita ma si sentivano ancora. Ilaria abitava con altre tre ragazze in un appartamento sulla Tiburtina, Mark viveva invece con i suoi genitori nel quartiere Africano. Tra gli inquirenti c’è il sospetto che qualcuno possa aver aiutato il giovane filippino a far sparire il cadavere della ragazza ternana. E’ confermato che Ilaria è stata uccisa con più fendenti nell’abitazione dei genitori di Mark che hanno detto agli investigatori di non essersi accorti di nulla. Un punto però sul quale gli inquirenti intendono andare fino in fondo. Un femminicidio atroce e brutale che ricorda quello di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa nel gennaio 2018 a Macerata dove venne poi sezionata e i suoi resti abbandonati in due valigie. Restano molti punti da chiarire perché Mark Samson nell’interrogatorio davanti al pm Maria Perna si è dimostrato reticente. “Ho buttato il coltello in un cassonetto a Montesacro” ma non è stato ancora ritrovato. “Mi sono liberato del telefono di Ilaria in un tombino” ma non è stato ripescato. Dopo aver ucciso Ilaria si è preso lo smartphone della ragazza e ha cancellato tutti i suoi social. Addirittura ha risposto ai messaggi delle amiche di Ilaria come se nulla fosse. “Sto bene, tutto ok”, rispondeva con una lucidità inumana. “Sono partita, non torno” ribatteva a chi chiedeva informazioni. Ha risposto anche ai genitori che volevano essere tranquillizzati dalla scomparsa della figlia. Una storia terribile come altre 15, tante sono state le vittime della violenza di genere in Italia nel 2025. Sedici giovani donne tormentate, strangolate, accoltellate. I corpi lasciati agonizzanti per strada oppure chiusi in una valigia. Lo scempio non ha fine.

