La lezione riformista di Giani in Toscana e i limiti del campo largo in Umbria: il rapporto sui flussi elettorali
Finalmente un sospiro di sollievo per il “Campo Largo” dopo la sconfitta nelle Marche e la recente batosta in Calabria. La vittoria di Eugenio Giani, malgrado il lavorio che è stato fatto per sostituirlo, “alleggerisce” lo sconfortante rendimento della sinistra nelle regioni dell’Italia centrale. Su cinque regioni la destra ne governa tre (Lazio, Abruzzo e Marche) mentre la sinistra due (Toscana e Umbria). Giani è stato riconfermato grazie alla buona prestazione del Partito democratico (34,4%, cinque anni fa 34,7%), al performance della lista di Matteo Renzi (8,9%) e al positivo risultato di Avs (7%). Deludente, ancora una volta, il voto portato a casa dal Movimento 5 stelle (4,3%): se non fosse stato in coalizione sarebbe rimasto fuori dal Consiglio regionale. Anche in Toscana, come in Umbria e nelle Marche, si è registrata una vera e propria diserzione dalle urne: oltre la metà dell’elettorato è rimasto a casa. Passare dal 62,2% del 2020 al 47,47% di domenica dovrebbe indurre gli schieramenti a chiedersi cosa non va. Dall’esito delle elezioni regionali nelle Marche e in Toscana emergono alcune indicazioni: Giani ha vinto rimarcando il suo profilo riformista; ha voluto che la lista “del presidente”, distinta da quella del Pd, portasse il titolo di Casa riformista; quanto è avvenuto nelle Marche e in Toscana sottolinea i limiti e le contraddizioni del “Campo largo”. Il centrosinistra, fino a poche settimane fa, pensava di poter vincere le elezioni regionali con un 5-1 ma dovrà accontentarsi di un 3-3, con il governo Meloni che resta solido più che mai. Per la presidente Stefania Proietti, l’unica umbra a commentare i risultati della Toscana, “stiamo vedendo degli ottimi risultati, il campo largo sta lavorando molto bene”. Poi aggiunge: “Più che di campo largo si può parlare di alleanza del centrosinistra dove le forze civiche giocano un ruolo fondamentale come nella nostra Umbria”. La realtà però è molto più complicata e articolata. Il principale dato che emerge dal rapporto sui flussi elettorali in Toscana elaborato dall’Istituto Cattaneo riguarda proprio la tenuta del Campo largo. La difficoltà di tenere insieme una coalizione così fatta, ha spiegato l’Istituto Cattaneo, si è riflettuta a tutte le latitudini del campo largo: tra gli elettori centristi, quelli della sinistra e quelli del M5s. In Toscana, scrive ancora, si conferma quello che è stato un trend ricorrente in tutte le ultime elezioni regionali: tra i due poli vince quello che ha il centro più forte. Il civismo e il movimentismo come risposta alla crisi della politica ? “Ma non scherziamo – afferma Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia animatore di iniziative politiche che nascono dal territorio e dalla società civile – così il sistema si accartoccia definitivamente su se stesso, aumentando il tasso di localismo, di populismo e di improvvisazione, persino di dilettantismo. Esattamente il contrario di ciò che serve per governare”.

