Libro bianco sulle infrastrutture dell’Umbria: ennesimo capitolo del Libro dei sogni. Parlare di tutto, per non fare nulla

Diciannove libri bianchi regionali per 247 opere che costano 200 miliardi di euro: è la fotografia del fabbisogno infrastrutturale dell’Italia presentata da Uniontrasporti e da Unioncamere. Naturalmente tra i diciannove libri bianchi regionali c’è anche quello dell’Umbria, presentato nella sede di Perugia della Camera di Commercio regionale. C’è però un particolare che balza subito agli occhi: tra i primi 10 interventi più onerosi, che assorbono il 40% dei 200 miliardi, non c’è nessuno dell’Umbria. Tornando al “Libro bianco” dell’Umbria, per la Camera di Commercio sei sono le opere prioritarie per superare l’isolamento e rafforzare la competitività, tra cui la nuova stazione ferroviaria per l’aeroporto di Perugia, la realizzazione della stazione (in Toscana) dell’alta velocità Medio Etruria, il completamento della superstrada “Due Mari” Grosseto-Fano, la realizzazione del Nodo di Perugia. Tra le priorità anche il completamento della Perugia-Ancona, il potenziamento della linea ferroviaria Foligno-Terontola e Terni-Rieti. Una bella lista della spesa con dentro tutti i mali dell’Umbria, senza una traccia sul “come” finanziare le opere e come scegliere semmai le più strategiche in base alle risorse disponibili. Con la solita grande assenza: la visione di una regione più connessa e sostenibile. La solita mentalità del tutto e subito, ovvero della semplice lista della spesa, che come abbiamo visto in questi anni non funziona. Solo per fare un esempio: per il potenziamento della Orte-Falconara, poco ricordata, ci sono ad oggi 28milioni di euro a fronte di un costo di quasi 5 miliardi. Vogliamo parlare del nodo di Perugia ? Ad oggi non ci sono nemmeno i fondi per la progettazione. All’Umbria non occorre un “piano minestrone” dove si parla di ferrovie, di strade, di aeroporto, di stazioni ferroviarie nuove, di annunci roboanti, sempre più accattivanti che non fai in tempo ad abituarti al precedente che già ne arriva uno nuovo. Si capisce subito, insomma, che a questa Regione manca una priorità delle cose da fare, senza la quale il libro delle ricette per far uscire l’Umbria dall’isolamento altro non è che l’ennesimo libro dei sogni. La faccenda, purtroppo, è molto più complicata. Che nel libro bianco presentato ci siano buone idee, nessuno vuole negarlo. Ma se non metti nero su bianco gli strumenti per concretizzarle, se non stabilisci una priorità, se non fai una scelta responsabile, le idee retano, per l’appunto, slogan. Stabilire una priorità vuol dire avere coraggio, prendersi le proprie responsabilità politiche e magari scontentare qualcuno. L’alternativa è incredibilmente più semplice: continuare a galleggiare. Parlare di tutto, per non fare nulla.