IL SENTIERO STRETTO DELLA DEMOCRAZIA
di Pierluigi Castellani
E’ sempre più evidente che il sentiero della democrazia si sta restringendo in Europa e nel mondo. Non si tratta di essere pessimisti ma semplicemente di prendere atto di atteggiamenti ed eventi, che stanno sempre più evidenziato come dopo la caduta del Muro di Berlino la storia non sia finita, come qualcuno si era azzardato a dire, ma che sta andando avanti o meglio forse regredendo. . Si tratta solo di considerare quanto sia illuminante il fenomeno esploso negli Usa con la presidenza Trump, che sta piegando e modellando la democrazia americana con la sua estemporaneità con evidenti segni di autoritarismo. L’ultima provocazione è la pubblicazione sul sito ufficiale della Casa Bianca della foto di Trump vestito da Papa in un momento in cui la Chiesa cattolica è in attesa che il Conclave dei cardinali elegga il nuovo P0ntefice. Può essere interpretata come una guasconata qualsiasi se non fosse che Trump cerca di impersonare proprio quel modello particolare di monarchia rappresentata dal Pontificato, ove da millenni il successore sulla cattedra di San Pietro rimane una guida indiscussa, coperta anche dall’infallibilità in materia dogmatica, ancorché suffragata dai Concili Ecumenici ed ora, dopo Papa Francesco, anche dalla sinodalità. Vediamone alcuni segni: l’insofferenza per alcuni giudici che smontano le sue decisioni, la punizione delle Università che diffonderebbero cultura liberal bloccandone i finanziamenti federali, la continua mortificazione del Congresso con l’inondazione dei suoi ordini esecutivi, l’uscita dagli organismi internazionali, comunitariamente costituiti, come L’Organizzazione mondiale della sanità, la mano pesante sui giudici, che tutelano i migranti e così via. Si dirà che questo non è ancora una negazione della democrazia perché in ogni caso tutto è rimesso alla volontà popolare, che si esprime con il voto. Ma proprio in questo ricondurre tutto al lavacro del voto popolare, che dispenserebbe l’eletto dal sottostare ad ogni giudizio, che rappresenta una torsione profonda del concetto di democrazia. Ci si ricorderà come anche in Italia, da Berlusconi in poi, ci sia contrarietà da parte do chi governa di sottostare al potere dei giudizi in forza soltanto del giudizio degli elettori. Non sarà quindi inutile ricordare, che da Montesquieu in poi non si ha vera democrazia senza la separazione dei poteri tra esecutivo, parlamentare e giudiziario. A cui Dahrendorf ha aggiunto, che non si ha vera democrazia senza una forte, libera e diffusa società civile, che da sostanza e spessore a questa democrazia. E’ proprio qui che sta il vero problema quando si assiste al diffondersi di una democrazia cosiddetta illiberale che scivola verso l’autoritarismo se non proprio verso la dittatura. Non è questo che sta avvenendo nel mondo dove dominano leader, che asservendo il potere giudiziario pretendono di mantenere la propria indiscussa leadership ? Non è cosi che sta succedendo in Ungheria con Orban e in Turchia dove è stato arrestato il sindaco di Istanbul unico vero pericoloso concorrente di Erdogan? E come si è affermato il potere di Putin se non con l’incarcerazione, se non addirittura con l’improvvisa scomparsa, di tutti i suoi oppositori? E che cosa può significare per la sopravvivenza della democrazia liberale questa ondata di destra estrema che si sta registrando in Europa e nel Regno Unito con movimenti e partiti, guarda caso, che vengono sponsorizzati da uomini vicini al nuovo presidente degli Usa come Musk, Rubio e Vance e che si dimostrano suggestionati dalla leadership di Putin ? Per questo ed altre cose i pessimisti, come chi scrive, sono preoccupati del futuro della democrazia, che sta camminando su di un sentiero sempre più pericolosamente stretto.

