“C’è ancora domani”, teatro gremito. Zingaretti: “L’Umbria ha riacceso i motori, ora è un modello di alleanza”
“L’Umbria ha riacceso i motori e, a livello politico, è un modello italiano non solo per numero di alleati ma per la passione, la cultura politica, il progetto politico, le persone giuste che la interpretano”. Con queste parole, l’eurodeputato Nicola Zingaretti (capodelegazione dem al Parlamento europeo) ha salutato l’iniziativa ‘C’è ancora domani’, organizzato al Teatro di figura di Perugia, dove si sono radunati sindaci e amministratori del Partito democratico, e non solo, che sono stati i protagonisti dei successi dell’ultimo anno.
Ad aprire i saluti di Sarah Bistocchi: “Abbiamo costruito un’alternativa alla destra – ha detto – perché il Pd è tornato a vincere evitando di fare il protagonista indiscusso ma il regista generoso in un progetto politico chiaro, in coalizione perché da soli non è possibile. Per convincere abbiamo bisogno di alleati, per smettere di fare regali alla destra e costruire una prospettiva per la nostra coalizione”. Bistocchi ha tracciato quindi ripercorso gli ultimi mesi, che hanno portato alla situazione attuale.
A seguire il saluto del segretario regionale Pd, Damiano Bernardini: “Costruire il domani è l’obiettivo dei prossimi mesi e dei prossimi anni, in una comunità diffusa che condivide percorsi umani e politici. L’appuntamento delle Marche ci ha dimostrato che non basta azzeccare il perimetro, ma serve dare un’anima. Mettiamo in fila le tante esperienze diffuse sul territorio, insieme al nostro governo regionale”. “Il 2024 è stato un anno di vittorie elettorali memorabili – ha detto Stefano Moretti, segretario Pd di Perugia – abbiamo un pensiero fisso: far tornare a votare chi non ci va più. Per questo dobbiamo costruire dal basso un nuovo modello di partecipazione”. Dal presidente della Provincia, e sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti: “Dobbiamo far partire dall’Umbria il momento di riscossa: possiamo essere da traino per l’Italia di mezzo. La sfida, ora, è dimostrare di come si possano cambiare le cose”. E sul partito: “Non serve un nome, siamo una comunità che deve farsi forte delle differenze”. Luca Secondi, primo cittadino di Città di Castello, ha ricordato il valore della prossimità: “saper essere un’occasione per chi non ha quelle occasioni”. Da Alessia Sirci, segretaria Pd intercomunale assisano, il racconto della sua esperienza: “Dopo la sconfitta a Cannara, abbiamo iniziato a costruire intorno al risultato. Nei territori non c’è resa ma tanta resilienza”. Quindi il saluto di Enrico Cruciani, dell’assessore di Narni Giovanni Rubini e di Costantino Kounas, segretario Pd intercomunale Media Valle del Tevere: “Per vincere serve mettere da parte i personalismi”. Dal sindaco di Bastia Umbra Erigo Pecci, il racconto della costruzione della vittoria bastiona. Quindi la segretaria del Pd di Montecastrilli Claudia Sensini. “Il Pd ha perso quando ha smesso di ascoltare le persone”, ha detto il sindaco di Marsciano, Michele Moretti. Raccontata anche l’esperienza di Assisi, con le parole dell’assessora Donatella Casciarri. Molto atteso l’intervento della sindaca civica di Perugia, Vittoria Ferdinandi, a capo di una coalizione ampia: “La buona politica non si fa da soli e non vive solo nei palazzi, ma nasce dalle relazioni, dallo stare insieme e dal confronto vero. Anche nel weekend tutte e tutti insieme, per affrontare le sfide e accompagnare i cambiamenti che stanno trasformando la nostra Perugia, una città complessa che merita attenzione e confronto costante”.
Prima delle conclusioni di Zingaretti è intervenuto il vicepresidente della Regione Umbria, Tommaso Bori: “Abbiamo preso un partito in macerie e abbiamo lavorato a ricostruire il partito prima, e poi la coalizione, con un progetto chiaro e una direzione netta. Ci siamo orientati nella scelta delle persone giuste per le candidature, non quelle più comode”.
“L’Umbria è un modello italiano – ha detto Zingaretti – perché non c’è solo il numero di alleati, ma c’è la passione, la cultura politica, il progetto politico, le persone giuste che la interpretano, la partecipazione popolare, un’identità comune. In Umbria si è sperimentato che la vittoria è alleanze larghe, ma oltre a questo un’idea di futuro per il territorio e infatti si vede. In Umbria ci sono buone amministrazioni, si è riaperto un orizzonte che dà speranza ed è bello che si torni a discutere anche del perché si vince, non solo quando ahimè si perde. C’è un nemico da sconfiggere in queste tornate elettorali che è sempre più ampio, si chiama astensionismo. Le persone non hanno più fiducia che attraverso la partecipazione si possa cambiare qualcosa”. Sulle piazze degli ultimi giorni: “Sono segnali bellissimi che l’Italia non è indifferente, che i giovani non sono indifferenti, citando Gramsci e questo è importante perché è ovvio che gli estremismi vanno condannati, isolati, respinti, ma quel movimento è molto altro, è motivato da un senso di fastidio, di rabbia contro l’ingiustizia della sopraffazione e della morte, quindi ha valori positivi e sono importanti per la democrazia”.
Sul giudizio del governo di Stefania Proietti e di Vittoria Ferdinandi: “Da ex presidente del Lazio e quindi da amministratore vedo che qua si sono riaccesi i motori, in quegli anni in cui ero presidente l’Umbria era stata un modello, che poi era caduta nel nulla e invece complimenti agli Umbri perché se posso dire una cosa da non Umbro ma che ama questa terra: siete tornati e questo farà bene all’Italia”.

