Il sindaco de L’Aquila ha acceso la lampada di San Francesco: il valore di un gesto che esprime pace e unità

Il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi ha acceso la lampada votiva dei Comuni italiani che arde sulla tomba di San Francesco. Quest’anno è l’Abruzzo a donare l’olio che alimenta la fiamma sulla tomba. La tradizione della “lampada votiva” con la fiamma che arde, ha origini che risalgono ai primi tempi della conversione del santo. Nella leggenda dei tre compagni si racconta che Francesco, dopo aver udito le parole del crocifisso a San Damiano, come gesto d’amore offrì del denaro al sacerdote che officiava la chiesa, perché comprasse olio per far ardere la lampada ubicata di fronte l’immagine. Tommaso da Celano precisò che l’intenzione di Francesco era che questa  “non rimanesse priva, neppure un istante, dell’onore doveroso di un lume”. Con l’avvicinarsi del VII centenario della morte di San Francesco nel 1926, in ricordo del suo gesto, fu pensata da parte delle autorità civili del tempo e dei frati del Sacro Convento di recuperare il ricordo della lampada votiva in chiave moderna. Avrebbe dovuto esprimere l’unità spirituale dell’Italia, ed ardere perennemente presso la tomba del santo. Per una felice coincidenza, la realizzazione e la relativa consegna, avvenne il 1 ottobre 1939 in concomitanza con la proclamazione di San Francesco a patrono primario d’Italia, voluta da Pio XII. Sono passati tanti anni da quell’evento ma il gesto dell’offerta dell’olio è ancora oggi ripetuto a turno dalle regioni italiane: questa mattina è toccato all’Abruzzo.