Gli attentati di Bruxelles: tragedia e sgomento. E la conferma che l’invisibile nemico riesce sempre a seminare il terrore. Anche stavolta si è infiltrato in una zona sorvegliatissima. Davvero siamo ovunque tutti vulnerabili.

Cosa dire di fronte alle immagini in diretta che provengono dall’ aeroporto di Bruxelles, devastato, stamattina alle 8, da due esplosioni? Decine di feriti, alcuni morti (14?), migliaia di persone che corrono all’impazzata assalite dalla paura della tragedia che incombe. In pochi minuti tutto bloccato: treni e traffico attorno allo scalo aereo della capitale belga, voli sospesi. Sgombero totale.

Ancora una volta una grande città europea è in preda al panico per eventi probabilmente terroristici che testimoniano quanto sia difficile tutelare l’Occidente di fronte al terrorismo che assale senza la minima considerazione della vita umana. A pochi giorni dall’arresto di Salah, la mente della strage di Parigi, questo episodio pare confermare che la cattura di un terrorista, ritenuto importantissimo e internazionalmente apicale, non azzera affatto l’ansia di quel mondo (del quale anche l’Italia fa parte) che viene considerato bersaglio dai portavoce dell’Isis. Dopo i primi interrogatori di Salah si era parlato dall’esigenza di intercettare l’artificiere che negli ultimi mesi è stato a fianco del giovane francese. Salah- si è detto- avrebbe ammesso che altri attentati erano in programma. E’ questa è la prima conferma? Pare evidente che l’ulteriore, terribile segnale che giunge da Bruxelles, imponga a tutta Europa (e non solo) la moltiplicazione della vigilanza, del controllo strettissimo nei luoghi giudicati teoricamente a rischio. In Italia, si sa, le maglie della sicurezza si sono molto serrate: è diventato difficile persino andare nelle Chiese che tradizionalmente registrano maggior flusso turistico. Per limitarsi all’Umbria certi presìdi li abbiamo tutti registrati per esempio a Santa Maria degli Angeli e ad Assisi: borse verificate, documenti controllati. Di recente io personalmente credo di aver scorto, dentro alla Basilica, un poliziotto vestito da frate. Eppure onestamente non si può sostenere di essere davvero tranquilli: ciò che avviene in ogni parte del mondo dimostra che l’invisibile nemico può infiltrarsi ovunque. Ed è il nostro terrore che gratifica i dinamitardi ancor più dei morti che loro seminano strada facendo.

Ora Bruxelles è di nuovo nel panico. Ma soltanto Bruxelles? Impossibile dare una risposta rasserenante.

RINGHIO

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