Muore in ospedale a Perugia con un ago nei polmoni: due nodi ancora da dirimere

Quasi quattro mesi fa la Procura di Perugia ha ordinato altri esami tossicologici ed è in attesa di conoscere i risultati. Dopodiché deciderà se continuare e portare a conclusione l’indagine oppure chiedere l’archiviazione non rilevandosi elementi penalmente accertati. E’ questo lo stato dell’arte dell’indagine avviata dopo la morte di Vincenzo Bosco entrato in ospedale lo scorso 22 aprile per sottoporsi a un intervento in day surgery  al setto nasale  e successivamente morto. In uno dei bronchi del 40enne di Nocera Umbra fu trovato un ago di circa due centimetri, apparentemente da insulina. Dopo una tac e una radiografia che evidenziarono la presenza del corpo estraneo, l’ago fu rimosso in broncoscopia. Nell’arco di quattro giorni dopo le condizioni di Vincenzo Bosco precipitarono fino alla morte. La Procura aprì immediatamente un fascicolo di indagine  con quattro medici e due infermieri dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia iscritti nel registro degli indagati. I magistrati del capoluogo umbro aspettano quindi i risultati degli ulteriori accertamenti disposti a fine luglio. Due sono le domande che aspettano una risposta: come l’ago sia finito nei bronchi di Vincenzo Bosco e se questo possa essere il motivo che ha portato al decesso del 40enne. Due punti interrogativi da dirimere in fretta anche perché i familiari di Vincenzo vogliono conoscere la verità su cosa è successo e accertare – se ci sono state – le eventuali responsabilità.