Elezioni, in Umbria sale la tensione tra Pd e Lega: “Sanità pubblica al collasso”, controreplica “Solo falsità della sinistra”. Il dopo voto

Le bordate sulla sanità stanno rendendo infuocati gli ultimi giorni di campagna elettorale. In realtà gli attacchi arrivano da più parti: nelle ultime ore sono scese in campo 14 associazioni di Terni che hanno denunciato il progressivo degrado dell’Ospedale Santa Maria mentre a Spoleto uno storico medico di base, in pensione da pochi giorni, si incatena alle porte del suo ambulatorio per dire con forza che vuole continuare ad assistere i pazienti, in attesa del nuovo medico. La campagna elettorale, a meno di quattro giorni dal voto, si incendia e lo scontro si fa duro. Un pò come quello che sta avvenendo a livello nazionale dove la sortita della leader di Fratelli d’Italia su Vox (il fronte dell’estrema destra spagnola con il quale è ormai amore conclamato) ha provocato la reazione del Pd. Nella contesa umbra, invece, il peso rilevante lo sta assumendo la sanità e i suoi molteplici problemi. Ad attaccare questa mattina è stato il Partito democratico che, da tempo, chiede di sapere come sia stato possibile, in soli due anni, accumulare “oltre 84 milioni di debiti, nonostante i trasferimenti straordinari dello Stato assegnati per la gestione dell’emergenza sanitaria Covid” e portare “la sanità pubblica al collasso con liste di attesa interminabili”. Per questo chiedono i consiglieri regionali (Simona Meloni, Michele Bettarelli e Fabio Paparelli) di rendere note “le valutazioni fatte dalla giunta regionale rispetto all’operato dei direttori generali della sanità nel periodo 2019-2021”. Gli esponenti Dem ritengono giusto che “i cittadini umbri abbiano il diritto di conoscere le pagelle di chi amministra un settore fondamentale come quello della sanità”. Controreplica della Lega: ” Le falsità che il Pd continua a raccontare sui giornali offrono una versione distorta della sanità umbra e del lavoro che in questi tre anni è stato portato avanti dalla giunta Tesei”. Per i leghisti umbri “la condizione deficitaria di partenza è stata ereditata dalla sinistra, come la mancanza di terapie intensive, la disorganizzazione di servizi e strutture e la carenza cronica di medici e infermieri”. Sull’emergenza Covid, poi, “la regione Umbria è considerata una delle migliori nell’ averlo fronteggiato e nell’aver condotto la campagna vaccinale. Con il virus alle spalle, la sanità umbra può finalmente guardare avanti”. Ma il Pd rilancia, ricordando alla Lega e alleati che oggi è a capo della sanità regionale “il dottor Massimo D’Angelo che ha imposto di recente il piano di rientro alle stesse aziende sanitarie, oltre al blocco delle assunzioni” e che fino a qualche mese fa “era uno dei direttori sanitari che hanno contribuito a creare lo stesso buco di bilancio. Questo aspetto non può essere di certo considerato un elemento che gioca a favore di un rilancio della sanità umbra”. Chi si tiene fuori dall’argomento è per adesso Fratelli d’Italia che nei mesi passati è stata piuttosto critica sulla gestione della sanità umbra. Sembra quasi smarcarsi dalle posizioni arroccate della Lega, impegnata a difendere a spada tratta la governatrice espressione proprio del partito di Matteo Salvini. Nel frattempo c’è chi guarda al dopo voto e alle ricadute sulla giunta regionale. La partita post elettorale rischia di diventare molto delicata con la concreta probabilità di un vero e proprio rimpasto di giunta. Anche perché in molti danno per certo l’ingresso nel nuovo governo, in qualità di sottosegretario al ministero della Salute, di Luca Coletto. A quel punto può succedere di tutto soprattutto se cambieranno, come sembra, gli equilibri tra i partiti della coalizione di centrodestra.