In Umbria irrompe Omicron 5, tre casi della nuova sottovariante. Quali sono i sintomi e cosa ci aspetta

Migliorano i parametri dell’ andamento del Covid in Umbria ma le incognite sono ancora diverse: la prima riguarda le reinfezioni . A preoccupare sono poi  le nuove sottovarianti, le cosiddette Omicron 4 e 5, sottovarianti responsabili anche delle nuove reinfezioni.  Il laboratorio  di microbiologia dell’ Azienda ospedaliera di Perugia,  diretto dalla professoressa Anonella Mencacci, ha scoperto che su 54 campioni analizzati in Umbria, in tre è stata riscontrata la variante Omicron 5. Abbiamo, quindi, la certezza che in Umbria è arrivata la nuova sottovariante e la nostra Regione è una delle prime in Italia ad isolare nel laboratorio il virus. I sintomi di Omicron 5, da quello che si è potuto vedere nei Paesi dove si è già diffusa, variano un po’ rispetto a quelli della versione Omicron originale: meno colpi di tosse, ma più naso che cola; meno febbre , ma più spossatezza. E poi vertigini, dolore allo stomaco e all’ addome, male all’ orecchio. Questi sintomi non escludono però il rischio di polmoniti,  che resta elevato tra la popolazione non vaccinata. C’è il rischio che sviluppi forme più gravi di malattia ? Non si può escludere, ma ora come ora non lo sappiamo. Però c’è ottimismo tra gli esperti. Un ottimismo che viene dal fatto che in genere i virus si modificano per garantirsi la migliore convivenza possibile con l’organismo che li ospita . Quindi ci sarebbero buone ragioni per sperare che, pur aumentando la contagiosita’, diminuisca la patogenicita’ . Resta il rischio di una possibile ondata in autunno e inverno, data la diminuzione dell’ immunità da vaccini e infezioni, l’allentamento delle restrizioni e l’aumento di varianti in grado di sfuggire meglio alle protezioni immunitarie.