La sanità dell’Umbria a un bivio, rischio smantellamento e rimpallo di responsabilità: la vergogna delle liste d’attesa
La sanità umbra si trova in una fase storica molto delicata dove la presenza del pubblico sta progressivamente cedendo il passo al privato. Le evidenti difficoltà della giunta regionale e il teatrino a cui gli umbri stanno assistendo, in un rimpallo di responsabilità continuo, mettono in serio pericolo i diritti dei cittadini e lo stesso Servizio Sanitario pubblico, che in questo modo si sta progressivamente smantellando. A tutto ciò si aggiunge l’inadeguatezza del nuovo Piano sanitario, approvato dalla giunta regionale e ancora fermo in Consiglio, che sta ricevendo giudizi fortemente negativi da sindaci, sindacati e personale sanitario. Una situazione che rischia di scaricare sulle tasche dei cittadini il costo di questo immobilismo e inappropriatezza, che penalizza gli umbri nell’accessibilità delle cure e che crea l’ennesima divergenza tra chi dovrà accontentarsi e chi invece potrà pagare e permettersi una assistenza di qualità. Il servizio sanitario umbro è a un bivio. O forse peggio, in una morsa. ” Le condizioni dell’ospedale di Perugia peggiorano di giorno in giorno”, ha denunciato un mese e mezzo fa la Uil Fpl dell’Umbria. “No allo smantellamento della sanità pubblica umbra”, hanno urlato a Terni durante un corteo che da piazza Dante è arrivato di fronte a palazzo Spada. “Quello in atto è un vero e proprio smantellamento di un sistema sanitario che è stato e può ancora essere un esempio di eccellenza. Non permetteremo di cancellare con un colpo di spugna un patrimonio così importante”, hanno gridato medici, infermieri, studenti e pensionati, cinque mesi fa sul palco di piazza IV Novembre a Perugia dove si sono ritrovati insieme “per difendere e rilanciare la sanità pubblica in Umbria, per chiedere assunzioni, per abbattere le liste d’attesa, per rafforzare la salute sul territorio e dire basta alle barelle nei corridoi”. L’ultima manifestazione, poco prima di Pasqua, si è tenuta a Spoleto dove il locale ospedale in due anni ha perso il Punto nascita, la Pediatria, la Cardiologia e servizi fondamentali per garantire l’emergenza-urgenza. A Foligno, circa un mese fa, si è svolto un Consiglio comunale aperto sulla sanità. Critiche pesanti nei confronti della Regione sono arrivate da alcuni sindaci (Sisti, Falsacappa, Landrini), dal sindacato (Mauro Patiti, Bruno Mancinelli, Nicola Brauzi) e da diverse associazioni del territorio (Avis, Aido, Aism, Persefone, Amici del cuore). Proteste da tutta la Regione arrivano per la vergogna delle liste d’attesa: numeri spaventosi per gli esami clinici, per una mammografia, per una tac, per gli screening oncologici o per una visita. Tempi che si riducono solo se il paziente paga di tasca propria e va dal privato, ma non tutti se lo possono permettere. E’ estremamente frustrante per i cittadini trovarsi di fronte ad una situazione simile perché un paziente sente che il suo bisogno di cure non è neppure riconosciuto come tale.