Perugia, due medici e due infermieri nei guai: blitz dei Nas su liste d’attesa e falsi ricoveri. Indagato radiologo per attività privata mentre era in malattia

Due medici e due infermieri sono stati denunciati dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Perugia (Nas) per la gestione delle liste d’attesa e di alcune visite specialistiche con tanto di esami diagnostici. Nel capoluogo umbro i militari dell’Arma hanno trovato un medico radiologo svolgere attività privata presso un altro ospedale, pur risultando in malattia. Hanno, inoltre, scoperto due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri. Un secondo medico di Perugia è stato denunciato in quanto svolgendo attività libero professionale intramuraria, avrebbe visitato i pazienti nel suo studio privato non rispettando le liste d’attesa . Violando così l’ordine previsto dal sistema informatico aziendale di prenotazione. I controlli sono stati eseguiti per accertare il rispetto dei criteri previsti dal Piano Nazionale di governo delle liste di attesa. In tutta Italia sono stati effettuati 1.364 controlli tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale. Sono state verificate le agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali relative a svariate tipologie di visite mediche specialistiche e di esami diagnostici. In tutto sono stati 26, tra medici e infermieri, ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. Tra i casi più rilevanti, i Nas di Perugia, Milano, Torino e Catania hanno denunciato 9 medici per aver favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d’attesa, consentendo loro di essere sottoposti a prestazioni in data antecedente rispetto alla prenotazione ed eludendo le classi di priorità. L’attività dei militari del Nas ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle due liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, peri al 29% di quelle esaminate. Tra le cause principali degli sforamenti delle tempistiche sono state accertate, su 761 agende, carenze funzionali ed organizzative dei presidi ospedalieri e degli ambulatori, diffusa carenza di personale medico e tecnici specializzati che, unitamente alla mancanza di adeguati stanziamenti ed attrezzature, ha determinato il rallentamento dell’esecuzione di prestazioni sanitarie. Slittamento che si ripercuote anche nel mancato rispetto delle classi di priorità: urgente, breve e differibile. In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la situazione. Sono state, infine, anche individuate 21 irregolarità nello svolgimento di attività intramoenia per esubero delle prestazioni concordate con le Asl e omesse comunicazioni nello svolgimento delle attività esterne da parte di medici pubblici.