Transfughismo umbro e il cosiddetto “vincolo di mandato”, il rompere le righe di Fora e il brusio di altri cambi di casacca. I casi di Lucidi e Grimani

In Italia, lo ricordiamo, non esiste il cosiddetto “vincolo di mandato”, ovvero l’obbligo di restare nel gruppo in cui si è stati eletti. I cambi di casacca continuano quindi a caratterizzare la vita delle istituzioni con politici che cambiano durante la legislatura gruppo di appartenenza. In parlamento, ad esempio, tra il 2013 e il 2018, ci furono ben 569 passaggi di gruppo che coinvolsero 348 parlamentari. Un vezzo che il più delle volte fa arrabbiare i cittadini che lo considerano un “tradimento”. Il nodo è che un pò tutti i partiti, di destra e di sinistra, di ieri e di oggi, si sono regolati sul tema in base alla propria convenienza in quel dato momento. Capiamoci: Winston Churchill fu eletto coi Tories, passò ai liberali e tornò coi Tories. Gabriele D’Annunzio arrivò in Parlamento con la destra e poi si spostò sull’estrema sinistra. E come ridacchiava Francesco Cossiga, “anche Lutero prima era cattolico e San Paolo perseguitava i cristiani”. Insomma, liberi tutti di modificare opinione. Ma c’è modo e modo di farlo. Resta però il fatto che ogni politico eletto, dai Consigli comunali a quelli Regionali, ha ricevuto un compito specifico che lo obbliga alla massima coerenza, lealtà e appartenenza. Il venir meno di un minimo collegamento tra la volontà popolare e l’eletto mette sicuramente in discussione l’etica politica. L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, penultimo segretario del Pd,  dichiarò che i cambi di casacca “mortificano e umiliano la democrazia”. Anche in Umbria si sono registrati diversi episodi simili con molti protagonisti pronti a giustificare la scelta nella diversa posizione assunta dal partito di originaria appartenenza. L’attuale parlamentare europeo Francesca Peppucci, tuderte, fino a poco tempo fa consigliere regionale dell’Umbria, circa un anno fa abbandonò la Lega dove era stata eletta per aderire successivamente a Forza Italia. “Non mi ritrovo più – dichiarò la Peppucci – in un gruppo consiliare dove non c’è democrazia intera e discussione, dove manca una progettualità e dove non tutti sono messi sullo stesso piano, ma ci sono evidenti preferenze”. La consigliera regionale Donatella Porzi, ex presidente del consiglio di palazzo Cesaroni, nell’estate del 2022 annunciò di lasciare il gruppo del Pd per poi candidarsi al Senato con il Terzo polo. Dopo qualche giorno la Porzi dichiarò che il Pd “non è più quel partito al quale avevo aderito” e, insieme all’ex ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, ha fondato il movimento “Tempi nuovi per l’Europa”. L’ex presidente del Consiglio regionale però non ha cambiato schieramento ed è rimasta nell’alveo del centrosinistra. L’ultimo a rompere le righe, cambiando anche schieramento, è stato il consigliere regionale Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative dell’Umbria. Si è messo in libertà da tutto e tutti per andare ad abbracciare il sindaco di Perugia Andrea Romizi. Fora era stato eletto quattro anni fa con il centrosinistra ottenendo poco più di duemila voti. Fino a poche settimane fa era uno dei papabilissimi candidati del centrosinistra per il comune di Perugia poi in un attimo ha scoperto di essere in sintonia con il centrodestra. “Siamo pronti a condividere un progetto per il futuro”, ha spiegato Romizi che è anche segretario regionale di Forza Italia. Nel 2019 Fora era stato eletto con la sinistra nella lista “Patto Civico per l’Umbria”, nel marzo del 2023 annuncia la sua adesione ad Italia Viva di Matteo Renzi e ora vola verso il centrodestra per “costruire un progetto che metta insieme le migliori energie”. Pochi mesi fa, luglio 2023, è stata la volta dell’ex sindaco di Attigliano e attuale consigliere regionale, Daniele Nicchi, a lasciare il partito che lo aveva candidato nel 2018 (Lega). “Confermo il mio pieno sostegno al centrodestra ma lascia la Lega per le scelte fatte (Terni, ndr) con candidature inappropriate e figlie solo di logiche personalistiche”. Dura fu la replica di alcuni consiglieri regionali del Carroccio: “In questi anni, grazie al sostegno popolare dato alla Lega, hanno ottenuto riconoscimenti importanti. Eppure hanno deciso di voltare le spalle al partito che gli ha offerto occasioni”. Nel settembre 2019, un anno dopo la sua elezione a senatore, l’ex sindaco di Sangemini Leonardo Grimani lasciò il Pd che lo aveva candidato ed eletto per aderire al gruppo di Italia Viva di Renzi. Appena due anni dopo (2021)cambiò ancora per confluire nel gruppo Misto del Senato. Il senatore Stefano Lucidi, spoletino, eletto in Parlamento con i Cinque Stelle, nel dicembre 2019 formalizzò l’addio al Movimento aderendo addirittura al gruppo della Lega. Ad accoglierlo fu direttamente Matteo Salvini: “Benvenut0 nella grande famiglia della Lega”.  Il brusio su altri cambi di casacca comunque è forte in diversi palazzi della politica umbra. C’è chi da per immediata l’adesione a Fratelli d’Italia di un/a importante assessore regionale e di un ulteriore consigliere regionale leghista pronto a mettersi in libertà. Per non parlare dei tanti consiglieri comunali che nell’ultimo periodo hanno indossato nuove casacche. Il ” transfughismo” è destinato, quindi, a continuare anche nelle prossime settimane.