Corte dei conti dell’Umbria, disposti risarcimenti per 31 milioni di euro: “Semplificare si, deresponsabilizzare no”

Inaugurato l’anno giudiziario 2024 della sezione giurisdizionale della Corte dei conti per l’Umbria. La cerimonia si è tenuta oggi, a Perugia, nell’aula magna del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università degli Studi. Presenti numerose autorità civili, militari e accademiche della regione, tra cui la presidente Donatella Tesei, la presidente della provincia di Perugia Stefania Proietti, il procuratore generale Sergio Sottani e il prefetto di Perugia Armando Gradone. Sono seguiti gli interventi del procuratore regionale Rosa Francaviglia, dell’avvocato Massimo Perari, in rappresentanza del presidente dell’ordine forense, e del presidente della sezione di controllo, Antonello Colosimo. Per quanto riguarda l’attività della sezione dal punto di vista quantitativo, il contenzioso contabile ha consentito nel 2023 la pubblicazione di 61 sentenze, 13 ordinanze e 19 decreti. Sessanta le sentenze che hanno definito giudizi di responsabilità amministrativa, di cui 30 sentenze di accoglimento, 24 di rigetto e sei relative a giudizi abbreviati. Le statuizioni di condanna hanno riguardato risarcimenti disposti per l’ammontare di oltre 31 milioni di euro. Ventiquattro le sentenze in materia di accertamento della responsabilità amministrativa correlata ai danni indiretti subiti dalle aziende ospedaliere locali, dalle aziende sanitarie locali e dalla Regione Umbria conseguenti ad errori e lesioni da attività sanitaria. Le condanne, ragguagliate all’importo di 2.160.428 euro sono state otto, le sentenze di rigetto 11, quelle definite con rito abbreviato cinque. Una parte importante degli interventi si è concentrata sulla pubblica amministrazione. Per il presidente della Sezione Piero Carlo Floreani ” si assiste a una attenuazione del concetto di colpa grave rilevante ai fini della responsabilità amministrativa dei dipendenti pubblici”. La procuratrice Rosa Francaviglia ha sottolineato la necessità diavere “regole che siano poche ma chiare e comprensibili. Ma semplificare non equivale a deresponsabilizzare” .