Perugia, “Beckettpuntozero” incassa il primo successo

PERUGIA – Luci e suoni psichedelici, video mapping ed effetti scenici. Figure e ombre che si muovono, sincronizzate. Microscene, scandite dal metronomo, che “girano” a loop. È stato un viaggio ricco di stimoli sensoriali lo spettacolo “Beckettpuntozero”, andato in scena nel chiostro dell’Accademia di Belle arti di Perugia, illustrato dalla voce narrante del deux ex machina della rappresentazione teatrale, Giancarlo Cauteruccio. Oltre ad essere stato il regista della spettacolare performance, né stato anche l’architetto, l’ideatore e l’organizzatore del gruppo di studenti iscritti al biennio specialistico del corso di Scenografia, che ne hanno curato progetto, scene, costumi e regia, fino alla magistrale realizzazione finale.

Le tredici pièce hanno dato vita ad una contaminazione tra culture, un percorso didattico sperimentale che ha amalgamato cinesi (che devono solo superare l’ostacolo della lingua) e italiani, tutti indistintamente protagonisti dello spettacolo che ha incantato il pubblico, attraverso costumi, scenografie e musiche elaborate dalle opere selezionate del grande autore del Novecento. Una performance che è sembrata quasi un miracolo, dopo solo tre giorni di prove italiani e cinesi hanno recitato insieme, e addirittura si è levato un coro di poesia cinese, nonostante la loro cultura non contempli affatto la sfera corale. Questa l’esperienza artistica, l’ultima nata in Accademia, che si è avvalsa della collaborazione di Alessandra Capponi e Alessio Venturi, e della partecipazione di Sixi Liu, Xufeng Wang, Jinxin Yu, Samanta Buccilli, Xialun Jia, Andrea Pileri, Anna Scognamiglio, Jingjing Sun, mentre il coordinamento degli allestimenti è stato curato da Massimo Bevilacqua. Un appuntamento di fine corso che ha lasciato tutti a bocca aperta. Pure quando il pubblico si è ritrovato coinvolto nella scena, accanto alle creature beckettiane (gli attori), animate dagli studenti cinesi attraverso i loro corpi, le loro espressioni. Agli allievi italiani è stata affidata la parte tecnico-scenica, altro pezzo fondamentale dello spettacolo, che ha reso tutto più suggestivo. Una performance a conferma che il teatro rappresenta una forma strategica, sociale, per amalgamare il gruppo, restituendo ad ognuno la sua potenzialità espressiva. “Un’operazione di particolare interesse culturale, che attraverso l’arte, le sue espressioni, può dare vita a un piccolo miracolo che è il dialogo tra le culture”, ha sempre sostenuto Cauteruccio. Che ora auspica che i teatri possano aprire le porte anche a queste esperienze sperimentali, affinché “Beckettpuntozero” possa ripetersi in spazi culturali riconosciuti, inserito nel cartellone di eventi accreditati.

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