2024 UN ANNO CRUCIALE

di Pierluigi Castellani

L’anno appena iniziato si presenta denso di tanti appuntamenti e tante insidie e non è troppo  enfatico definirlo un anno cruciale per l’Europa e per il mondo intero. Partiamo dagli appuntamenti, che ci riguardano più da vicino. A giugno ci saranno le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo ed in gioco c’è il futuro stesso dell’Europa. Il mondo in cui oggi ci troviamo ha messo in evidenza la necessità di più Europa. La guerra alle nostre porte ha evidenziato come ci sia bisogno di una difesa comune per garantirci quella sicurezza necessaria per prosperare ed accrescere le opportunità e l’eguaglianza del popolo europeo. Le crisi economiche ricorrenti sollecitano una risposta comune dell’Europa, una comune politica fiscale, un sistema bancario che solidarizzi, cioè una unione bancaria europea. Tutto questo ed anche altre questioni, che investono i rapporti dell’Europa con altri continenti, invocano più Europa e non già meno. Ma ciò come sarà possibile se nelle elezioni avanzeranno le forze politiche sovraniste e nazionaliste? Ciò potrebbe comportare un’inversione pericolosa nella politica europea, un ritorno agli antichi steccati ed agli antichi egoismi nazionali. Ma nel 2024 c’è un altro appuntamento elettorale, che non ci può lasciare indifferenti. A novembre verrà eletto il nuovo presidente degli USA e se malauguratamente dovesse vincere Donald Trump, come lasciano supporre i sondaggi, ciò non riguarderebbe solo la democrazia americana, che subirebbe un duro colpo, ma anche l’intero pianeta e soprattutto l’Europa, che fino ad ora si è fidata dello scudo rappresentato dalla Nato, che invece viene messo in discussione proprio da Trump. Trump, lo ha lasciato intendere chiaramente, non vuol fare carico ai contribuenti americani le spese militari per rimanere, come garante, leader dell’occidente. Fino ad ora la leadership americana ha garantito la nostra pace e dobbiamo riconoscerlo volenti o nolenti anche se in molti permane ,anche in Italia, un pregiudizio antiamericano. Certo non si può dimenticare il Vietnam, né l’appoggio dato dalla politica di Kissinger al golpe cileno, né il razzismo che ancora pervade  molta parte della società americana, ma è indiscutibile che senza gli USA non si sarebbero vinti il nazismo ed il fascismo, né sarebbe stato possibile contenere le mire espansionistiche della Russia sovietica, mire tragicamente ora riapparse con Putin. E poi nell’anno che abbiamo iniziato a percorrere ci sono le incognite e le pesanti ipoteche rappresentate dalle guerre in atto. Potranno la nostra economia e la nostra sicurezza sopportare il protrarsi ancora della guerra in Ucraina e quale sviluppo può avere la guerra in medio-oriente? Oggi tutto sembra volgere al peggio. Putin mostra sicurezza perché la controffensiva ucraina ha fallito ed in medio-oriente troppi sono i segnali di una pericolosa escalation della guerra in atto. Il blocco della navigazione nel Mar Rosso, che rischia di far nuovamente aumentare il costo energetico, il continuo bombardamento di Gaza con gli enormi costi umani, che sta comportando, tutto lascia presagire, che non sarà facile far cessare questa guerra e stabilizzare quel territorio con la creazione di una stato palestinese secondo la prospettiva, fatta propria dall’ONU, dei due popoli e dei due stati. Insomma il 2024 sarà un anno difficile e tutto va attentamente calibrato perché non si giunga al peggio, anche l’espressione del voto che gli italiani dovranno fare il prossimo giugno.