LA DEMOCRAZIA LACERATA

di Pierluigi Castellani

A nessun attento osservatore può sfuggire, che stiamo vivendo una stagione di forte polarizzazione politica, che alla lunga può produrre disastri pericolosi per la democrazia così come l’abbiamo vissuta nei lunghi anni succedutisi dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sono avvenute e stanno avvenendo cose, che sembravano impensabili. Negli Usa un ex presidente, che prima tenta di stravolgere il risultato elettorale a lui negativo, che non condanna e quindi plaude implicitamente all’assalto a Capitol Hill , e che ora ,condannato da una giuria di dodici cittadini, evoca la rivolta se costretto alla detenzione. Ed in Italia mai si sarebbe potuto pensare di stravolgere i connotati fondamentali della Costituzione introducendo il cosiddetto premierato alla Meloni  con il conseguente svilimento del Parlamento, che insieme al ruolo del Capo dello Stato, anche questo messo in discussione, sono i due capisaldi dei pesi e contrappesi indispensabili presupposti di una vera democrazia. In Europa inoltre assistiamo alla nascita di un revanscismo, che in Spagna vede l’avanzata di un partito neofranchista come Vox ,  in Germania di una formazione  di stampo neonazista come AFD in un paese che , ricordiamolo, ha voluto negli anni dal 1945 in poi  seppellire nel buio della sua storia Hitler e la tragedia della Shoah.  Altri conturbanti segni si notano poi in Ungheria con la democrazia illiberale di Orban e in Olanda con l’ascesa al potere di Wilders. C’è con evidenza uno spostamento verso la destra estrema della politica in molti paesi, che anche se ha la legittimazione del voto popolare può condurre comunque a suggestioni autoritarie anche per la tiepidezza  dimostrata verso il ruolo di Putin in Russia. Basti pensare a Matteo Salvini, che in questa campagna elettorale per le europee, avendo arruolato anche il generale Vannacci, non può certo far dimenticare, nel momento in cui un alto dirigente del suo partito come Claudio Borghi chiede le dimissioni di Mattarella, che lui stesso ebbe a dire, che avrebbe scambiato due Mattarella per mezzo Putin. Ad aggravare la situazione ci sono poi la guerra in Ucraina ed a Gaza con il loro carico di lutti e di instabilità e incertezze. La democrazia ha come presupposto per prosperare e durare la pace e la stabilità. Quando tutto questo non c’è può nascere il convincimento che per risolvere i problemi e riportare sicurezza c’è bisogno dell’uomo o la donna forte senza gli estenuanti formalismi della democrazia. Ecco perché ci troviamo ora in questo frangente in cui sembra che il tessuto della democrazia si stia lacerando e che il futuro resti incerto. Si dirà che tutto questo non può essere effetto della polarizzazione in politica dove pure la logica del dualismo amico-nemico si sta purtroppo sviluppando, perché questa logica di forti contrasti c’è stata anche nel passato negli Usa , come anche in Italia. Però c’è una notevole differenza, perché i contendenti pur agguerriti ed animosi avevano un terreno comune da cui mai si allontanavano. Così è stato negli Usa tra repubblicani e democratici, che mai hanno messo in discussione i principi fondamentali in cui si ritrovarono i loro padri fondatori , come del resto anche avvenuto nel nostro paese, perché pur nella fortissima dialettica tra DC e PCI nessuno ha messo mai in discussione i principi fondamentali della Costituzione, che insieme avevano redatto. Ora sembra che non sia più così : in America  Trump non riconosce l’autonomia dei magistrati di quel paese ed ha messo in  discussione i risultati di libere elezioni, e nel nostro paese dove si vuole riscrivere quella carta costituzionale, che ci ha dato quasi ottanta anni di pace e democrazia. Tornare a quello spirito non sarebbe rinchiudersi nel passato ma invece progettare meglio il futuro