Pd, i 104 all’attacco: “Serve confronto interno”

PERUGIA – Richiesta di dialogo, confronto e gestione collegiale del Partito democratico in vista delle Regionali. E’ questa la richiesta dei cosiddetti “104” che hanno incontrato la stampa e rinforzato la loro richiesta di apertura e gestione collegiale del partito. Sul tavolo, a guidare la pattuglia, Sauro Cristofani accompagnato dal capogruppo Gianfranco Chiacchieroni e da Franco Ciliberti. In sala anche l’assessore Fernanda Cecchini, Pierluigi Castellani, Giampiero Giulietti ed Erika Borghesi.

Una richiesta arrivata dopo una convocazione di fuoco: “alcune settimane fa avemmo modo di sottolineare l’esigenza che il Partito Democratico dell’Umbriafosse messo nelle condizioni di riacquistare la sua piena agibilità politica e organizzativa dopo le inchieste della magistratura. Oggi purtroppo, anche dopo le più recenti e negative elezioni amministrative, siamo costretti a constatare che nulla è cambiato mentre si riducono i tempi per mettere il Pd umbro nelle condizioni di far fronte nel modo più adeguato possibile alle imminenti sfide politiche ed elettorali che lo attendono”.

“Prima che sia troppo tardi quindi, riteniamo di dover dissociare le nostre responsabilità di dirigenti del Pd dell’Umbria da coloro che ,pur avendo la possibilità di attivare le procedure  per ripristinare la piena vita democratica del partito, persistono nel sostenere una inadeguata, dannosa e inconcludente gestione commissariale. Ci preoccupa inoltre che gli stessi organismi dirigenti nazionali non valutino appieno le conseguenze negative che possono derivare dal mantenimento di una gestione commissariale -proprio in una delle regioni di più antica capacità di governo della sinistra e del centrosinistra-che delegittima l’azione politica del partito difronte alle altre forze politiche e a tutte le componenti economico- sociali della comunità regionale”.

Nessuna intenzione di uscire dunque, ma chiara e semplice convinzione di giocare la propria partita all’interno, facendo valere le proprie ragioni, che avevano portato ad un congresso trionfale, dove la maggioranza a sostegno di Gianpiero Bocci, con l’appoggio della presidente Marini, era stata di oltre il 60 per cento.