Il fascino antico di Balza Tagliata

CERRETO DI SPOLETO – (di Rita Chiaverini) Le vie di comunicazione d’acqua e di terra, naturali e tracciate dall’uomo, costituiscono da sempre un elemento fondamentale per lo sviluppo delle culture e delle civiltà. Lo capirono bene i Romani che fondarono il loro impero proprio sulle strade.

Farsi ritrarre in atteggiamento festoso e goliardico nel semitunnel scavato a filo sulla parete rocciosa di Balza Tagliata fu un vezzo  per “immortale” il progresso raggiunto nelle infrastrutture viarie e nei mezzi di trasporto. Era il 12 ottobre del 1902, giorno nel quale  veniva inaugurato il servizio automobilistico a vapore tra Spoleto e i vari comuni della  Valnerina.

Balza Tagliata, nel comune di Cerreto di Spoleto, per diversi secoli e  fino alla metà dell’800 fu il passaggio  di fondovalle più breve per chi voleva raggiungere a piedi o a dorso di animale l’alta Valnerina. I  pericoli non mancavano a causa della caduta dei massi dalle pendici sovrastanti, delle intemperie, delle piene del fiume, degli animali selvaggi come lupi ed orsi  o a causa del pericolo di aggressione da parte di “banditi”. Nei secoli precedenti ci fu  anche chi fece testamento prima di avventurarsi lungo quella via che presentava numerosi e imprevedibili ostacoli.

A Balza Tagliata (nella foto del Sistema Turistico Associato – Valnerina Cascia) dove i contrapposti versanti dei monti sembrano toccarsi, prima di transitare lungo quel semitunnel del quale non si vedevano le estremità,  occorreva suonare le campanelle poste alle due entrate per evitare il peggio: cioè  incontrare uomini con animali da soma provenienti dalla parte opposta e quindi essere costretti a realizzare  pericolose manovre di retromarcia sull’orlo del precipizio, al di sotto del quale scorrevano le gelide e tumultuose acque del fiume Corno. La larghezza del  semitunnel, infatti, consentiva il passaggio di un sola bestia da soma.

In quelle pareti rocciose, poi, proprio alla confluenza tra il Corno e il Nera, riveste un particolare interesse la grotta “del lago” che fu usata a scopo funerario sino alla metà del V millennio a. C. e successivamente, per uno sbarramento che venne realizzato lungo il fiume, fu invasa dalle acque. Solo con il crollo della barriera il Nera tornò a scorrere sull’alveo precedente e la grotta tornò alla luce rivelando durante gli scavi archeologici interessanti reperti funerari ed evidenziando che, tra le vie d’acqua in età protostorica il fiume Nera e il Corno ebbero un ruolo fondamentale.

Sempre a Triponzo, inoltre, si trovava un importante snodo per la viabilità che venne realizzato per volere del Senato di Roma intorno all’88-85 a.C.. Venne praticamente realizzato un grande taglio nella parete rocciosa al fine di ricavare nella roccia la sede stessa della strada. La realizzazione dell’opera fu ricordata con un’iscrizione che menziona i magistrati che curarono l’esecuzione della decisione del Senato romano. Tale iscrizione è tuttora visibile nella roccia lungo l’antica strada rotabile che consentiva di raggiungere  da Borgo Cerreto la località di Triponzo e i “bagni” della sorgente termo-minerale sulfurea che è unica in Umbria.

Triponzo rappresenta quindi un angolo che racchiude una straordinaria ricchezza per il patrimonio archeologico e storico  dell’Umbria. Un angolo che è lambito e attraversato anche dal tracciato della vecchia ferrovia Spoleto-Norcia, un’opera di alta ingegneria che, attraverso il recupero in atto costituisce il presupposto per valorizzare non solo il vecchio tracciato ferroviario ma anche questi antichi percorsi e quindi, esprimendo al meglio le risorse locali,   potenziare anche l’offerta turistica di qualità della Valnerina e di Spoleto.

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