Cda Sase sul caso FlyVolare: le opposizioni invocano un’inchiesta

PERUGIA – Il Consiglio di amministrazione di Sase (la società di gestione aeroportuale dell’Umbria) si trova a discutere sul caso dei 500mila euro non ancora restituiti da FlyVolare. E si ipotizza pure la possibilità di emettere un’ingiunzione di pagamento nei loro confronti. La situazione è sicuramente complessa anche perché le opposizioni incalzano, chiedono le dimissioni e invocano procura e Corte dei conti per fare chiarezza su eventuali responsabilità interne. Si tratta  di ingenti risorse pubbliche messe a disposizione senza che Sase avesse verificato se FlyVolare aveva le autorizzazioni per volare. Il consigliere regionale Claudio Ricci annuncia: “il gioco è finito. Il caso Fly Volare è stato da più di un mese segnalato alla Corte dei conti regionale. Per questo l’Enac, ente di controllo, ha inoltrato specifica diffida. Noi – continua Ricci – abbiamo fatto il nostro dovere di controllo come nel ruolo dell’opposizione, ora, però, chi deve verifichi. Attendiamo che ci vengano dati i documenti richiesti a Sase e Sviluppumbria, partecipata della Regione Umbria, entro i termini di legge, visto che abbiamo fatto un accesso agli atti secondo norma. Ora ci siano le dimissioni dei responsabili. Mi sembra l’ovvio minimo”. Gli fanno eco anche i consiglieri regionali dei 5 Stelle Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che affondano il colpo sostenendo che “non è possibile trattare con tanta leggerezza le risorse pubbliche. E altresì assurdo aver stipulato un contratto con chi, al momento della sottoscrizione, non disponeva nemmeno del certificato di operatore aereo e della licenza di volo. Un’altra piccola legnata a una Sase dalle condizioni finanziarie già abbastanza compromesse. Urge inversione di rotta. Chi doveva controllare, non ha controllato. La politica non è pervenuta. L’auspicio è che Mauro Agostini (Sviluppumbria) ed Emesto Cesaretti (presidente Sase) prendano infine atto della situazione, dando un segno di dignità e responsabilità nei confronti della comunità regionale”.

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