Cresce la povertà in Umbria, Vinti: “Aumentare salari, stipendi e pensioni”

PERUGIA – Nel 2018, in Umbria, il 14,3 per cento delle famiglie ha vissuto in condizioni di povertà relativa, dato in crescita rispetto al 12,6 per cento dell’anno precedente. In termini assoluti il fenomeno ha interessato oltre 50mila famiglie. Sono questi i dati che emergono dal sesto rapporto sulle povertà in Umbria realizzato dall’Agenzia Umbria ricerche (Aur) in collaborazione con l’Osservatorio sulle povertà della Regione Umbria. “Questi numeri – commenta l’esponente dell’associazione culturale UmbriaLeft Stefano Vinti – sono la conferma del declino economico e sociale della nostra regione. Una povertà che slitta sempre più tra i giovani e i giovanissimi. Se 25 anni fa il reddito medio dei ragazzi superava del 10 per cento quello delle persone più adulte, oggi i giovani lavoratori umbri percepiscono il 20 per cento in meno dei più anziani, già penalizzati tra l’altro dall’alta percentuale di pensioni al minimo e da circa un 7 per cento in meno dei propri salari rispetto alla media nazionale”. “La precarizzazione selvaggia del lavoro – continua Vinti –, la gestione unilaterale del padronato del mercato del lavoro, la perdita della capacità contrattuale dei lavoratori hanno prodotto nel corso degli anni questa situazione”. Sempre secondo il rapporto dell’Aur, in Umbria l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta con il capofamiglia occupato tocca l’11 per cento, circa un terzo in più della media nazionale. “Dati emergenziali – afferma l’ex assessore regionale Vinti – che confermano la svalutazione che il lavoro ha subito in questi anni. In Umbria lavorare non garantisce una vita dignitosa. Il lavoro povero diventa la norma ed è il frutto delle scelte politiche delle classi sociali dominanti, che hanno deciso di accentuare il livello di sfruttamento dei lavoratori. Un quadro generale preoccupante che continua a peggiorare, perché le politiche liberiste e di austerità producono nuove povertà, alimentano la diseguaglianza e l’ingiustizia sociale”. “È ora di voltare radicalmente pagina – conclude Vinti –, iniziando dalla politica economica e industriale, rilanciando gli investimenti, aumentando i salari, gli stipendi e le pensioni dei lavoratori umbri”.