Ddl Pillon, Pd: “Romizi scelga da che parte stare: o con la lega a fini elettorali o con donne, minori e famiglie di Perugia”

PERUGIA – “Il Sindaco Romizi deve scegliere da che parte stare: o con la Lega a fini elettorali o con le donne, i bambini e le famiglie della sua città – dichiarano i Consiglieri Comunali del PD – Il mese scorso, infatti, il Senatore della Lega Pillon ha presentato un Disegno di Legge di riforma al diritto di famiglia, in particola di modifica al sistema ex legge 54/2006 di affido condiviso dei figli ed il loro mantenimento, criticato dalla quasi totalità delle associazioni dei genitori e delle realtà di tutela dei diritti dei minori, che in questi giorni si stanno mobilitando sul tema”.

“I punti principali riguardano il venire meno dell’affido condiviso – spiegano gli esponenti del PD perugino – per cui il minore dovrà trascorrere tempi paritetici con ciascuno dei genitori, dividendosi tra due case, sottoponendolo, in tal modo, oltre allo stress post separazione anche a quello emotivo dell’instabilità abitativa e di vita; l’abolizione dell’assegno di mantenimento, per cui i due genitori dovranno dividere tutte le spese in misura proporzionale al proprio reddito, che non tiene conto del fatto che una mamma difficilmente riuscirà a dare al figlio lo stesso stile di vita che gli garantisce il padre, rischiando di perdere addirittura l’affidamento e con il rischio concreto di disincentivare le donne che subiscono violenze domestiche a chiedere la separazione perché non in grado economicamente, poi, di mantenere la propria prole”.

“Come se non bastasse, Pillon mira ad introdurre anche l’obbligo del mediatore familiare a pagamento,  per cui, in caso ci sia stata da parte violenza da parte dell’uomo, quando la donna vorrà separarsene, sarà maggiormente in pericolo, essendo costretta, in tal modo, a doverne parlare faccia a faccia con il maltrattante, il tutto in  violazione con quanto previsto dall’ art. 48 della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla Prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”.

“Per non parlare poi della presa di posizione sulla “presunta malattia”, mai entrata nel Dsm ma anzi, molto criticata anche dalla Cassazione e dalla giurisprudenza italiana, dell’”alienazione genitoriale”: Secondo tale teoria il minore, specie in caso di separazione conflittuale, viene plagiato da uno dei due genitori attraverso una vero e proprio lavaggio del cervello che lo mette contro l’altro genitore, arrivando addirittura ad accusarlo di violenza sessuale. Nel testo di legge, in caso un genitore insista a opporsi alle frequentazioni del minore da parte dell’altro con una “condotta pregiudizievole” o anche nel caso in cui lo stesso bambino “mostri rifiuto, alienazione o estraniazione”, il giudice potrà comunque stabilire il suo affidamento ai servizi sociali e il suo ricollocamento in una struttura protetta, dove il minore affronterà uno “specifico programma per il pieno recupero della bigenitorialità”. È evidente che, in tal modo, si mette a tacere quello che, con molta probabilità, è un vero grido d’aiuto del minore spaventato dalla violenza del genitore rifiutato”.

“Si tratta di una riforma pericolosissima e che, se approvata, andrebbe ad incrementare i già numerosissimi reati casalinghi e violenze su donne e bambini, sempre più in aumento perché mette in secondo piano la tutela e l’interesse dei minori – concludono i firmatari –  Il testo di legge del leghista cerca soluzioni paternalistiche contro diritti ottenuti grazie ad anni di battaglie sociali e si poggia su una visione ideologica, maschilista e patriarcale della famiglia. Va contro i diritti delle donne e dei bambini, non tiene in considerazione la disparità di vita, occupazionale ed economica, esistente ancora ad oggi tra uomini e donne, che penalizza le madri disoccupate e lavoratrici, ma che, soprattutto, va ad affievolire le tutele per le donne ed i minori vittime di abusi, violenze e maltrattamenti, basandosi, tra l’altro, su una malattia/patologia che ad oggi è considerata inesistente e che altro non è che un invito al silenzio per i bambini e per i genitori vittime di abusi.

“Ignora l’emergenza e l’attualità di temi prioritari della violenza maschile, non considerando il diffuso squilibrio di potere, al contrario, proponendo un’equiparazione donna/uomo che non corrisponde alla realtà sociale e culturale e che, quindi, preoccupa molto perché minerebbe l’incolumità dei soggetti più deboli”.

“Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno con cui abbiamo chiesto a Sindaco e Giunta ad esprimere in tutte le sedi preposte la netta contrarietà del Comune di Perugia rispetto alle proposte contenute nel DDL Pillon di riforma al diritto di famiglia e ad  attivarsi con tutti i livelli istituzionali e a farsi promotori presso il Governo centrale e il Parlamento affinché le norme sopra descritte non trovino attuazione a danno delle donne e dei bambini. Auspichiamo che il centro destra perugino prenda per una volta una posizione netta su un tema così delicato ed importante, dimostrando un’attenzione per i più deboli, andando oltre i capricci elettorali del Sindaco, da troppo tempo sotto ricatto della Lega e che ha, in questo caso, la possibilità di dimostrare che il bene collettivo è per lui una priorità politica e sociale”.

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