Geotermia, la Seconda commissione cerca condivisione

PERUGIA – La Seconda commissione del consiglio regionale licenzierà un documento sul progetto di geotermia previsto sulla Piana dell’Alfina. Un documento che possa conciliare le istanze dei commissari, che tenga conto del protocollo firmato dall’esecutivo regionale e delle richieste dei sindaci e delle comunità locali, valutando attentamente l’impatto ambientale con un occhio alla predisposizione del prossimo Piano energetico regionale. E’ questo il bilancio delle audizioni in Seconda commissione, presieduta dal consigliere regionale Eros Brega, che ha ascoltato il parere dei tecnici della Regione.

Gli esperti hanno rassicurato sull’iter portato avanti dagli uffici regionali: “Le nuove tecnologie permettono di garantire ambiente e produzione di energia. L’impianto proposto è a ciclo binario, una delle tecnologie più avanzate al momento disponibili. Le altre, proposte da alcuni, sono solo a livello di sperimentazione. Si potranno produrre 5 kw elettrici ed anche energia termica da valorizzare. L’area geotermica è stata oggetto di circa 15 pozzi da parte di Enel e in 25 anni non ci sono stati problemi, anche si si è arrivati a scavare a notevole profondità. I pozzi sono stati chiusi perché non c’erano aziende interessate al loro sfruttamento”.

I tecnici hanno spiegato che la Regione può solo dare applicazione ad un progetto nazionale del ministero dell’Economia mirato ad agevolare lo sviluppo della geotermia. L’iter autorizzativo è quindi nazionale. “Lo sfruttamento del geotermico rappresenta una fonte di energia inesauribile, pulita e a basso costo. La Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie (Cirm) ha dato parere favorevole. C’è stata una Valutazione di impatto ambientale (Via) nazionale, dal punto di vista tecnico e ambientale c’è stato quindi un iter positivo e completo. Nel 2011 la Regione Umbria ha individuato il ciclo binario come sistema ottimale di sfruttamento della geotermia. La scelta che ha fatto lo Stato ha quindi coinciso con quella della Regione. Siamo ancora a livello di permessi di ricerca (e non di produzione energetica) da seguire comunque con un attento monitoraggio, anche sismico”.

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