Norcia, donazione di Laives ad Ancarano

NORCIA – Il senatore e segretario Lega Umbria, Stefano Candiani, insieme al vicesegretario Virginio Caparvi, si è recato nei luoghi della Valnerina Umbria ad un anno di distanza dal sisma del 30 ottobre: “Siamo tornati – spiega Candiani – insieme agli amici trentini che con il sindaco di Laives hanno consegnato alla piccola comunità di Ancarano di Norcia ben 59mila euro raccolti per il progetto di una struttura che servirà per affrontare ogni situazione di emergenza. Un progetto utilissimo e non
finanziato dalla ricostruzione. È un gesto di generosità che lega e legherà queste due comunità tra loro”.

Il senatore sottolinea che a distanza di un anno dal secondo sisma “la ricostruzione è ancora al palo, tranne che per le poche zone fatte vedere in televisione. La certezza, dopo un anno, è che ovunque ci sia l’intervento pubblico le cose non solo sono lente, ma addirittura immobili. Le macerie sono ancora lì, come se il terremoto si fosse verificato qualche giorno fa. Peggio ancora, dove c’è voglia di fare e
di rimboccarsi le maniche da parte dei terremotati, è intervenuta la burocrazia più folle a bloccare tutto”.

Secondo il senatore “bisogna avere il coraggio di denunciare il fallimento di una ricostruzione che ancora oggi non c’è. Ha trionfato l’incapacità di chi ha responsabilità nel prendere decisioni, preferendo le procedure burocratiche e il dilatarsi infinito dei tempi, all’efficienza e all’efficacia dell’azione. E tutto al solo scopo di “pararsi il sedere” da eventuali indagini. È il tipico scaricabarile.

Il paradosso poi è totale, perché alla fine la corruzione e la cattiva gestione dei fondi ci sarà stata comunque, ma nel frattempo la gente se ne sarà andata da questi paesi”. La critica del segretario umbro della Lega nei confronti delle forze politiche di governo della Regione e del paese è dura: “A quanti andranno in televisione a prendersi meriti inesistenti e a parlare degli “sforzi e dell’impegno delle istituzioni per la ricostruzione”, dico che farebbero meglio a tacere. Non è serio mostrare solo le immagini di comodo di alcuni luoghi “simbolici” dove la ricostruzione è concreta come su un set cinematografico. La ricostruzione vera è cosa ben differente dall’illusione di tagli di nastro a favore di telecamera. Giratela quella inquadratura di telecamera e guardatevi attorno: le macerie sono ancora tutte li. Le persone no”.

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