Terni, tragedia sul lavoro, Cgil: “Protocollo sugli appalti non più rinviabile”

TERNI – La sottoscrizione di un protocollo sulla gestione degli appalti nel sistema industriale umbro, con particolare attenzione per la galassia Ast, non è più rinviabile. Lo ribadisce con forza la Cgil di Terni all’indomani dell’ennesima tragica morte sul lavoro avvenuta all’interno delle acciaierie, vittima il titolare di una piccola ditta che operava – a quanto si apprende da notizie di stampa – in subappalto presso il Centro di finitura di Ast. “Si tratta di una rivendicazione ormai antica – osserva il segretario generale della Camera del Lavoro Attilio Romanelli – che la nostra organizzazione ha avanzato più volte, anche all’interno del Piano del Lavoro, consapevole della pericolosità di una situazione incontrollata, nella quale le condizioni di lavoro di chi opera per le ditte in appalto o, peggio, in subappalto, hanno subito un costante e progressivo peggioramento”.

Per queste ragioni, all’inizio del 2014 la Cgil aveva chiesto al prefetto di Terni di avviare un confronto per l’individuazione di regole comuni con il sistema delle imprese ternano. “Un confronto che però non è mai partito a causa dell’assenza delle associazioni datoriali, Confindustria in primis, che non ha mai risposto alla nostra richiesta insistente”.

Ma c’è di più. Nello scorso mese di aprile la Fiom Cgil di Terni aveva denunciato una situazione inaccettabile messa in essere presso la Ecoindustria, una delle ditte del sistema degli appalti Ast, la stessa che – a quanto si apprende da notizie di stampa, in attesa di comunicazioni ufficiali di Ast e della stessa stazione appaltante – avrebbe subappaltato i lavori alla piccola ditta individuale del lavoratore vittime del tragico incidente mortale nella giornata di martedì 16 settembre.

“Oggetto della denuncia di aprile – spiega ancora il segretario Romanelli – era un accordo, non siglato dalla nostra organizzazione, che dava via libera, in deroga alla legge e al contratto nazionale, ad un allungamento dei termini massimi di precarietà dei contratti, in un’azienda che al suo interno deteneva già un record, con 80 dipendenti precari su 120”.

“E’ evidente che, aldilà del drammatico incidente di martedì – conclude Romanelli – condizioni come quelle appena descritte e più in generale la logica del massimo ribasso, realizzato sistematicamente attraverso una riduzione di costi e diritti del lavoro, incrementano in maniera esponenziale il disagio e i rischi per chi lavora in questo sistema. La Cgil di Terni, per questo motivo, torna a chiedere con forza di aprire immediatamente il confronto per la stesura di un protocollo sugli appalti tra istituzioni, associazioni delle imprese e sindacati”.

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