Umbria Jazz. Al MANU le launeddas di Zoe Pia e le voci di Quintessenza italiana

PERUGIA – La musica tradizionale sarda incontra la cultura classica nel concerto Cuncordia, organizzato dalla direttrice Luana Cenciaioli, in programma, in occasione di Umbria Jazz, venerdì 19 luglio, alle ore 17, al Museo archeologico nazionale dell’Umbria, Sala Umbri ed Etruschi. Protagonisti dell’evento, rivolto ad appassionati e a quanti amano la contaminazione dei generi, saranno Zoe Pia(launeddas) e il quintetto corale Quintessenza italiana. Seguirà una visita guidata alla mostra Luce in Africa, dedicata alle comunità rurali del Mali.

Nata a Mogoro, vicino Oristano, clarinettista, compositrice, profonda conoscitrice della cultura afro-americana, Zoe Piaha una lunga attività che spazia dalla musica da camera al jazz, alla contemporanea. Ha collaborato, tra gli altri, con Alvin Curran, Furio Di Castri, Tino Tracanna, Bruno Tommaso, Paolo Fresu, Marco Tamburini, Ryan Truesdell, Luca Mannutza, Lukas Kranzelbinder. Al terzo posto, due anni fa, nella categoria Nuovo talento italiano 2016 della prestigiosa classifica compilata puntualmente dalla rivista Musica Jazz, ha ottenuto elogi con l’album d’esordio Shardana (etichetta Caligola), dal nome degli antichi Sardi che compare in una stele del faraone Ramesse II (circa 1287 a. C.): «non si era in grado di fronteggiaregli Shardana dal cuore risoluto. Venivano su vascelli da guerra in mezzo al mare. Non si sarebbe potuto resistere a loro».

Della giovane musicista Claudio Sessa, nel settimanale “La Lettura” del Corriere della Sera, ha scritto che «incrocia in modo inatteso varie suggestioni della sua terra, suonando con orgoglio anche le launeddas e usando reperti registrati». Le launeddas sonolo strumento musicale popolare sardo più suggestivo, dal timbro simile alla shenaiindiana. Le prime tracce della loro presenza sull’isola sono attestate sin dal periodo nuragico, (dalla piena età del bronzo, 1800 a.C., al II secolo d.C. – i nuraghierano imponenti costruzioni megaliticheconsiderate le sue vestigia più eloquenti e sulla cui effettiva funzione si discute da almeno cinque secoli). A quest’epoca risale un bronzetto itifallicoche rappresenta proprio un suonatore di launeddas. Gli antenati sono, con ogni probabilità, i clarinetti sumeri ed egizi.A fiato ad ancia battente, le launeddassono costituite datre canne di giunco: ilbasso(basciu o tumbu) è la canna più lunga e produce una sola nota, quella tonica, su cui è intonato l’intero strumento, la mancosa mannaproduce, invece, le note di accompagnamentoed è legata al basso con dello spago impeciato, la mancosedda, infine, è libera ed emette le note della melodia. La mancosa e la mancosedda sono dotate di quattro fori equidistantiper la diteggiatura delle note musicali. Nella parte terminale di ogni canna è, poi, praticato un quinto foro.

Il quintetto Quintessenza italiana è composto da Mauro Branda(tenore), Moreno Ilicini(basso), Maria Morena Lepri(soprano), Milena Regali(contralto), Nicoletta Ricciarelli(soprano).Si è esibito in numerosi eventi di punta e ha collaborato con il laboratorio di Musica Medievale di Tor Vergata, con l’A.R.C.U.M., Associazione Regionale dei Cori Umbri (Sagra Musicale Umbra) e con l’associazione San Michele Arcangelo

Dopo aver terminato il primo lavoro discografico dedicato ai canti popolari dell’Umbria e dell’Italia centrale, sta presentando un nuovo disco ispirato alla musica sacra dei popoli di diverse religioni con la partecipazione di artisti di levatura internazionale. Nel 2015 ha rappresentato l’Italia alla decima edizione del concorso “Sharq Taronalari”, a Samarcanda (Uzbekistan), ricevendo il premio speciale della giuria. Nel settembre 2016 ha vinto il concorso “Pesaro Street”. Nel 2017, insieme almaestro sufiFakhraddin Gafarov,ha dato vita al Museo archeologico nazionale dell’Umbria al concerto “Le Trame del Canto –Incontri d’Oriente e Occidente” e lo scorso anno, con l’Arcadia Clarinet Ensemblee  la pianista Manuela Cola, sempre in concomitanza con Umbria Jazz, ha proposto un repertorio di musica ebraica klezmer.