Lavoro, 150 vertenze aperte. Smacchi (Pd): “Serve un piano straordinario”
PERUGIA – Un piano straordinario per il lavoro per investire e innovare. La richiesta arriva dal consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) che si è fatto promotore della richiesta nelle commissioni regionali. “L’Umbria può riprendersi dalla crisi, ma occorre innovare e investire. C’è la necessità di un piano straordinario per il lavoro, in particolare per affrontare la situazione difficile della fascia appenninica”.
“Gli obiettivi del piano – spiega Smacchi – devono essere rivolti verso la creazione di posti di lavoro legati ad attività di risanamento, bonifica e messa in sicurezza del territorio, la valorizzazione dei beni culturali, difendere il lavoro dei settori più tradizionali, ottenere vincoli di qualità per le nostre produzione, una maggiore trasparenza negli appalti valorizzando le imprese locali, cancellando il massimo ribasso. Con questi obbiettivi nei giorni scorsi mi sono fatto promotore di una serie di incontri
ed ho chiesto che si avvii nella Commissione regionale competente la discussione per un piano straordinario di investimenti”.
“Il quadro che emerge all’inizio di quest’anno – prosegue Smacchi – evidenzia 150 vertenze che stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. Alle vecchie crisi se ne sono aggiunte di nuove come nel caso della Perugina, della Tagina o, a Spoleto, la Maran e la Novelli. Situazioni che aggiungono ulteriori elementi di precarietà e di instabilità in un tessuto economico e sociale umbro particolarmente segnato dalla crisi di questi anni. Ci sono dei territori che più di altri nella nostra Regione sono in sofferenza, in particolare lo Spoletino, la fascia appenninica ed alcune realtà del ternano. Gli strumenti finora messi in campo sia da parte della Regione Umbria e dal Governo centrale di contrasto alle crisi aperte e di riqualificazione territoriale sono stati importanti. Penso ad esempio all’Area di crisi complessa Terni-Narni, dove sono stati effettuati oltre 600milioni di euro di investimenti che dovrebbero generare circa 2mila 100 posti di lavoro nelle 212 imprese che hanno manifestato interesse”.
“Ma ora – conclude Smacchi – occorre fare di più. In particolare la situazione della fascia appenninica non può essere affrontata con canali ordinari, ma serve un nuovo piano straordinario e un nuova spinta. Tante famiglie umbre sono in difficoltà. Il tema del lavoro è in cima alle nostre priorità e dobbiamo accelerare e dare risposte alla sofferenza restituendo certezze”.